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Le app per le previsioni meteorologiche fanno incetta di dati di geolocalizzazione.

di Charlotte Jee

La Città di Los Angeles ha fatto causa a The Weather Channel con l’accusa di raccogliere, condividere e vendere i dati di posizione degli utenti senza il loro consenso.

La notizia: La causa legale, inoltrata la scorsa settimana, sostiene che TWC abbia tracciato e salvato per anni i dati di geolocalizzazione privati dei suoi utenti, facendogli credere che i dati sarebbero stati impiegati solo ed esclusivamente per personalizzare il servizio meteo.

Un caso isolato? No. Un rapporto del New York Times ha recentemente rivelato quante app per le previsioni meteo fanno affidamento sulla vendita dei dati di posizione dei loro utenti al miglior offerente. WeatherBug e Accuweather sono state colte mentre vendevano dati a società terze. Appena una settimana fa, un’altra app meteorologica è stata rilevata non solo per la raccolta di dati, ma anche dei numeri di identificazione IMEI dei dispositivi mobile.

Considerazioni doverose: Sappiamo che i nostri dati vengono continuamente utilizzati, per cui la notizia potrà sorprendere poche persone. È però opportuno riflettere su quante persone siano disposte a condividere le proprie informazioni GPS, piuttosto che dedicare pochi secondi per gestire manualmente le proprie informazioni; non tanto per difendere le discutibili pratiche di queste società, quanto per sottolineare il fatto che è tempo di riflettere maggiormente su quanti dati siamo realmente disposti a concedere per pigrizia.

(MO)