Italia Camp: un motore di intelligenza collettiva

di Massimiliano Cannata

Obiettivo innovazione. Dieci idee per cambiare il paese. La Luiss lancia la sua sfida che da Nord a Sud attraversa la penisola, guardando all’Europa. Il progetto si chiama Italia Camp e si nutre di una precisa ambizione: definire un percorso utile a voltare pagina per parlare di futuro e rilanciare la competitività. «L’iniziativa», spiega Fabrizio Sammarco, vicepresidente esecutivo e animatore dell’Associazione Italia Camp, «mira a riannodare il difficile e spesso discontinuo rapporto tra scuola e impresa, collocando in primo piano i giovani». Volendo utilizzare la celebre definizione del filosofo del virtuale Pierre Levy, viene in mente il “motore” dell'”intelligenza collettiva”, carburante essenziale della network society, che scaturisce dalle menti più fresche e più libere da pregiudizi, chiamate a “ripulire” la leadership e la classe dirigente da quelle incrostazioni che di fatto impediscono alla collettività di intercettare i trend dello sviluppo.

Di fronte a uno scenario che la crisi ha reso incerto e carico di rischio, gli esponenti di Italia Camp non sono disposti ad allentare la presa, ci tengono a fare le cose sul serio, come dimostra la struttura degli incontri, che si sono sviluppati attorno a workshops tematici, imperniati sulle grandi questioni che stanno caratterizzando questo primo scorcio di millennio: lavoro e impresa, ricerca, scienza e tecnologia, energia, ambiente e infrastrutture, economia, finanza e mercati, cultura e società, politica, istituzioni e riforma della pubblica amministrazione. Originale la metodologia utilizzata: il “bar camp”, strumento per definizione aperto ai contributi più variegati, nella logica della fluidità del confronto, secondo i dettami della Rete, che sfrutta le nuove tecnologie per creare una conference collaborativa.

Innovology e la “terza” generazione Internet

“Technology Review” ha partecipato al seminario Innovology, che si è rivelato come un palcoscenico vivace con alla ribalta start up e progetti di implementazione dell’universo Web. 2.0. La community degli innovatori si è data appuntamento nell’ambito dell’happening romano che ha inaugurato un percorso che si snoderà in Italia e in Europa. Laureati di talento e manager della net economy hanno presentato applicazioni e soluzioni tecnologiche in molti casi fresche di brevetto, offrendo un’accattivante anticipazione sulla “terza” grande stagione di Internet, sull’evoluzione dell’ICT e della comunicazione digitale. Tutti gli appuntamenti, fatto sicuramente insolito, hanno visto in “cattedra” unicamente i giovani, che hanno articolato proposte e soluzioni. Così sull’onda dell’entusiasmo, facendo a meno di ogni ritualità, è stata tratteggiata l’Italia di domani, sul filo di un parallelismo con quanto da sempre avviene nei grandi campus universitari di Palo Alto e di Boston, modelli di riferimento riconosciuti a livello mondiale in materia di innovation, di valorizzazione della ricerca e di investimento sugli assets intangibili.

La formazione delle élites

«Italia Camp», spiega Pier Luigi Celli, direttore generale della Luiss, « ha aggregato una decina di università, imprese e personaggi di rilievo dell’universo economico e istituzionale. Abbiamo definito un’agenda, articolata su quattro momenti: Roma, Lecce, Bruxelles e Milano, con lo scopo di raccogliere, discutere e tradurre in pratica idee imprenditoriali. Penso che l’accademia abbia dei compiti molto precisi, che non si possono limitare all’istruzione. Non si tratta di trasmettere nozioni, si tratta di fare scuola, formare le persone che vanno a misurarsi in un mondo in cui devono regolarsi secondo dei principi che li possano guidare, in un momento in cui sono venuti a mancare alcuni riferimenti su cui si reggeva il pavimento della civile convivenza. Questa iniziativa va ad armonizzarsi con altri progetti – “Generare Classe dirigente”, che l’Associazione Management Club sta portando avanti, è uno tra i più qualificanti per il nostro ateneo – che hanno la finalità di capovolgere le vecchie logiche, nella convinzione che innovazione significa riuscire a mettere in questione il paradigma dominante».

«Non si può comprendere Italia Camp», prosegue Celli, «se non lo inseriamo nello sfondo politico e antropologico che caratterizza questa fase post crisi. Dobbiamo arrestare fenomeni quali il brain drain (cervelli in fuga) che al Sud presenta livelli preoccupanti, che ci ha portato a varare in una regione “a rischio” come la Calabria un’azione di “contro esodo”, che vede affiancate per la prima volta la Bocconi e la School of government della Luiss. Faccio degli esempi, che non sono altro che tentativi che hanno accettato di contrapporsi a difficoltà e rischi. Per noi è infatti importante dimostrare che esistono nel paese risorse e uomini in grado di assumersi responsabilità, indicando prima di tutto alla classe politica una strada, nella speranza che poi le decisioni e i supporti operativi possano emergere e venire applicati».

Related Posts
Total
0
Share