In India, il boom dell’eolico e del solare vacilla

Le politiche governative della seconda nazione più popolosa del mondo, da sempre all’avanguardia nei settori del solare e dell’eolico, sono sempre state ambiziose, ma i nuovi progetti si sono bloccati in una crescente incertezza normativa, e nel caos dei contratti non rispettati e dei mancati pagamenti.

di James Temple

L’India aveva previsto di installare 175 gigawatt di generazione di energia elettrica da fonti rinnovabili entro il 2022, un obiettivo centrale nella politica di Narendra Modi, il premier recentemente rieletto.

Ma l’agenzia di rating di Mumbai CRISIL ora sostiene che il Paese mancherà questi obiettivi. In un recente rapporto, l’azienda di proprietà di S&P afferma che l’India raggiungerà 104 gigawatt entro il 2022, con un ritardo di oltre il 40 per cento sul previsto.

Ma cosa sta succedendo? Il rapporto rileva che lo stato dell’Andhra Pradesh ha semplicemente smesso di pagare gli sviluppatori, nonostante i contratti di acquisto di energia a lungo termine, nel tentativo di costringere gli sviluppatori a ridurre le tariffe. Nel frattempo, le aziende di distribuzione statali hanno abbassato gli stanziamenti previsti per i progetti al punto che spesso non sono economicamente sostenibili.

Queste e altre azioni correlate hanno raffreddato gli investimenti, bloccato i progetti e impedito agli sviluppatori di presentarne di nuovi. Nell’ultimo anno fiscale, oltre un quarto delle aste statali o federali per nuovi progetti “hanno ricevuto un numero esiguo di offerte o sono andate deserte”.

Il Ministero indiano delle energie nuove e rinnovabili ha criticato aspramente il rapporto, sostenendo che “manca di credibilità sotto tutti gli aspetti poiché CRISIL non si è nemmeno preso la briga di consultare questo Ministero per verificare le sue opinioni”.

La capacità dell’India di riorganizzare in modo sostenibile la sua rete elettrica è un pezzo cruciale del puzzle globale del clima, come ho avuto modo di scrivere in un lungo articolo all’inizio di quest’anno. Il paese è il terzo più grande emettitore di gas serra al mondo.

Ma soprattutto, è anche un banco di prova per stabilire se le nazioni povere possano far crescere le loro economie e portare più cittadini online senza aumentare le emissioni. L’ottimismo sembra fuori luogo.

Immagine: Pannelli solari in una fattoria in Karnataka. James Temple

(rp)

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