Il segreto per realizzare centrali nucleari sostenibili? Attenersi a progetti collaudati

Prima di procedere con la programmazione di nuove e innovative centrali nucleari occorrerà instillare fiducia nelle società sviluppatrici e nella popolazione.

di James Temple

L’energia nucleare potrebbe rappresentare la soluzione all’inquinamento del settore energetico, dato che fonti di energia pulita e stabile scarseggiano. Oggigiorno, però, difficilmente troverete qualcuno disposto a realizzare nuovi reattori.

“Il problema fondamentale è il costo”, spiega un nuovo rapporto della MIT Energy Initiative sul futuro dell’energia nucleare. Per quanto il solare ed altre fonti di energia pulita stiano diventando sempre più accessibili, “nuove centrali nucleari sono divenute sempre più care”.

Il costo medio dell’energia nell’arco di vita utile di una centrale nucleare può essere doppio rispetto a quello delle centrali a gas naturale a ciclo combinato o delle fattorie eoliche e solari. Questo elemento, unito al fallimento di progetti di spicco quali le centrali Vogtle e V.C. Summer nel sud degli Stati Uniti, dove l’aumento dei costi e i continui ritardi hanno portato alla bancarotta di Toshiba, si traduce in un esiguo numero di società e investitori disposti a valutare la realizzazione di centrali nucleari (vedi “L’uscita di Toshiba dall’industria nucleare nuoce ai piani negli Stati Uniti, e alla salute del pianeta”).

Il problema principale è rappresentato dall’enorme costo iniziale per la costruzione di una centrale, che può arrivare a coprire l’80 percento del costo dell’energia nucleare.

Gli autori del MIT hanno esplorato una varietà di soluzioni per ridurre i costi, ma indicano una semplice strategia per ottenere i risultati migliori: adottare pratiche collaudate di gestione del progetto, quali il completamento dei progetti prima dell’avvio dei lavori, la definizione di una catena di approvvigionamento affidabile, la nomina di un singolo responsabile del contratto, e la costruzione di un team di lavoro con una particolare esperienza nel design prescelto.

Questo ultimo punto potrebbe essere fondamentale, considerato che la prima centrale di un qualunque modello costa solitamente il 30 percento in più rispetto alle successive. Di questi tempi, la realizzazione di una nuova tecnologia per reattori nucleari può costare intorno a $10-15 miliardi e richiedere 20-30 anni di lavori.

Le centrali con la maggiore resa economica sono costituite da molteplici reattori dello stesso modello, installati sullo stesso sito, mantenuti dalla stessa rete di operatori e fornitori, spiegano gli autori.

Ovviamente, una soluzione del genere comporta alcuni problemi. Per prima cosa, è difficile maturare l’esperienza richiesta per qualunque tipologia di reattore quando lo sviluppo tecnologico negli Stati Uniti e in Europa risulta pressoché fermo e così pochi investitori sono disposti a correre rischi multimiliardari.

Un gruppo di prominenti scienziati e ingegneri, fra cui M. Granger Morgan, che studia politiche energetiche presso la Carnegie Mellon, ha recentemente pubblicato un rapporto estremamente truce su Proceedings of the National Academy of Sciences.

Appurate le sfide poste dal costo competitivo delle centrali a gas naturale, dall’opposizione pubblica, dai costi imprevisti che hanno affondato alcuni recenti progetti e dal rallentamento nello sviluppo di tecnologie avanzate, gli autori del paper concludono che “Salvo importanti cambiamenti nelle normative, è improbabile che l’energia nucleare possa contribuire alla decarbonizzazione degli Stati Uniti. Eccezion fatta per alcuni altri paesi, fra cui la Cina, la stessa conclusione può essere tratta anche per il resto dei paesi nel mondo”.

(MO)

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