Il più grande progetto per la fusione nucleare potrebbe non decollare mai

Mentre ritardi ed aumenti di costo continuano a tormentare il reattore ITER, diverse startup per la fusione nucleare continuano a raccogliere fondi.

di Richard Martin

La scorsa settimana, il progetto per l’International Thermonuclear Experimental Reactor (ITER) ha raggiunto una fase critica quando un gruppo di esperti, riunito per revisionare l’ultimo budget e i tempi previsti per il completamento dei lavori, ha presentato i risultati dei suoi controlli. Dall’avvio del programma, nel 2006, il progetto ITER è stato tormentato da ritardi e aumenti di costo, a dimostrazione di quanto sia complesso – se non impossibile – far lavorare assieme Stati Uniti, Cina, India, Giappone, Russia, Corea del Sud ed Unione Europea per costruire un reattore sperimentale.

L’ultimo programma presentato dal direttore del progetto, il fisico nucleare Bernard Bigot, fissa al 2025 il termine dei lavori e l’avvio dell’impianto, ma il raggiungimento della fusione non sarebbe previsto prima del 2035 – quasi 12 anni in ritardo rispetto al programma originale. Il gruppo di esperti ha valutato fattibile i tempi indicati ma ha sottolineato che l’ultimo budget, che richiederebbe l’investimento di altri €4.6 miliardi, non sarà facile da raggiungere.

I problemi con il progetto ITER sono in contrasto con il periodo positivo che società private quali General Fusion e Tri Alpha Energy stanno attraversando, con un crescente volume di finanziamenti e progressi nella realizzazione dei rispettivi prototipi (vedi “Finally, Fusion Takes Small Steps Toward Reality”). Lo scorso agosto, Tri Alpha, che ha ricevuto quasi mezzo miliardo di dollari in fondi di ventura da una lista di finanziatori fra cui figurano Goldman Sachs e Vulcan – il fondo creato dal cofondatore di Microsoft, Paul Allen – ha dichiarato di essere riuscita a confinare la nuvola di plasma ionizzato al cui interno dovrebbe avvenire la fusione. Lo scorso mese, invece, General Fusion, che a sua volta ha raccolto milioni di dollari in fondi privati, si è aggiudicata altri $12.5 milioni dal governo canadese.

I prossimi mesi determineranno il futuro del progetto ITER. Questa settimana, il Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti dovrebbe rilasciare un rapporto sul futuro della partecipazione statunitense al progetto (il Senato ha votato più di una volta per terminare il coinvolgimento del paese nel progetto ITER, senza però mai arrivare all’approvazione della Casa Bianca ). Lo stesso consiglio governativo dell’ITER deciderà a giugno il futuro del progetto.

(MO)

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