Il Parkinson nel sangue

Il comportamento delle cellule immunitarie del sangue è così peculiare nei pazienti affetti dal morbo di Parkinson, da supportare la ricerca di un farmaco che possa influenzare il deterioramento del cervello regolando il sistema immunitario.

di Lisa Ovi

Ricercatori del Dipartimento di Biomedicina dell’Università di Aarhus, in Danimarca, hanno pubblicato sulla rivista scientifica Movement Disorders i risultati di ricerche sulla relazione tra sistema immunitario e morbo di Parkinson. La ricerca è stata diretta da Marina Romero-Ramos, professoressa associata di neuroscience.

Il morbo di Parkinson è caratterizzato dalla lenta degenerazione dei neuroni nel cervello a causa dell’accumulo anomalo di una proteina chiamata alfa-sinucleina. Il sintomo più evidente associato alla malattia è il tipico tremore e rallentamento dei movimenti dei pazienti. Secondo recenti teorie, il morbo di Parkinson non sarebbe solo una malattia del cervello, ma una condizione connessa anche a microbioma intestinale e sistema immunitario.

Il nuovo studio è stato condotto sui campioni di sangue di 29 pazienti affetti dal morbo e 20 soggetti di controllo. I campioni di sangue sono stati esposti alla proteina alfa-sinucleina. I ricercatori hanno quindi potuto verificare che le cellule immunitarie nel sangue dei pazienti affetti da Parkinson sono significativamente meno efficienti nel regolare i marker immunitari sulla superficie delle cellule e secernere molecole antinfiammatorie rispetto alle cellule dei controlli.

Il sistema immunitario è responsabile dell’eliminazione di microrganismi invasivi e proteine indesiderate come l’alfa-sinucleina generando uno stato di infiammazione. Nel caso dei pazienti affetti dal Parkinson, il sistema immunitario sembra perdere la capacità di regolare l’infiammazione ed evitare danni alle cellule del corpo.

Secondo Sara Konstantin Nissen, prima autrice dello studio, il morbo favorirebbe la migrazione nel cervello di cellule immunitarie proprie al sangue dotate in superficie di un un recettore chiamato CD163. Ricerche del passato suggerivano che queste cellule partecipassero alla pulizia degli accumuli di alfa-sinucleina dannose per il cervello, ma il presente studio propone l’idea che cellule in questione siano mal regolate già nel flusso sanguigno, prima di raggiungere il cervello.

I ricercatori sono convinti che i risultati raccolti possano non solo portare allo sviluppo di nuovi farmaci che accompagnino quelli già utilizzati in caso di Parkinson, ma anche a nuovi metodi preventivi.

Immagini: Leucociti

(lo)

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