Il futuro delle città potrebbe dipendere dai loro aeroporti

Il responsabile della Connected Mobility Initiative parla del libro “Aerotropolis: The Way We’ll Live Next?”

di Greg Lindsay

Considerata l’importanza dei trasporti nella definizione delle città, in questa era globale dovremmo guardare alle città partendo dalle principali strutture che ci consentono di viaggiare per il mondo: gli aeroporti.

Heathrow ha contribuito profondamente allo sviluppo della parte occidentale di Londra e della Valle del Tamigi, mentre i sostenitori di Gatwick descrivono il “Diamante di Gatwick” al cui interno operano 45.000 imprese.

Una volta definiti i contorni di queste città aeroportuali, sarebbe opportuno pensare a come realizzarne una da cima a fondo – da cui l’idea di “Aerotropolis”. In alcuni casi – a Dubai, Doha, nel Corridoio Industriale di Dehli-Mumbai e, ovviamente, in Cina – questa pratica sta già diffondendosi, ma questi esempi devono essere da lezione per la maggior parte delle città.
Devono essere localmente vicine e globalmente connesse.

In questo caso, la città di Detroit rappresenta l’opposto della ondata di migrazioni urbane che sta investendo il Sud globale – capitale spirituale della “cintura della ruggine”, la città ospitava due milioni di abitanti prima di implodere e perdere due terzi della popolazione nella periferia ed oltre. In questi ultimi anni, si sente parlare di un ritorno in auge di Detroit, ma questo fenomeno interessa esclusivamente una piccola porzione di abitanti nella downtown, mentre i residenti dei quartieri più esterni descrivono un fenomeno di fallimenti, sfratti e demolizioni sempre più diffuso.

Quali lezioni possiamo imparare da Detroit? Anzitutto, che le attuali norme ignorano la realtà dei fatti – pignoramenti, tagli di bilancio ed altro – e possono distruggere irreparabilmente interi quartieri, comunità e vite. Esiste poi una discordanza fra le città spopolate della cintura e i milioni di migranti in cerca di una dimora. Sindaci intraprendenti quali Oliver Junk, della piccola cittadina tedesca di Goslar, hanno posto i migranti al centro delle loro strategie per compensare il declino demografico. Soluzioni simili potrebbero attirare migranti e introdurre nuove opportunità di crescita.

(MO)

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