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Twitter ha utilizzato un post sul blog per definire esattamente ciò che il presidente Donald Trump dovrebbe fare per essere sospeso o bandito dalla piattaforma.

di Charlotte Jee

Nel post, intitolato “World leaders on Twitter: principles and approach”, Twitter fa seguito alle crescenti richieste di sospensione del presidente dopo una serie di tweet sul processo di impeachment e sul rapporto dell’informatore, specificando le regole che il presidente non può violare: “Promuovere il terrorismo, pubblicare informazioni private di qualcuno, minacciare forme di violenza contro un individuo, pubblicare foto intime senza consenso, incoraggiare l’autolesionismo o essere coinvolto nello sfruttamento sessuale dei minori”.

Tuttavia, Twitter si è comunque concesso uno spazio di manovra. Nel post dice: “Il contesto è importante: le interazioni dirette con altri personaggi pubblici e/o commenti su questioni di politica interna ed estera probabilmente non porterebbero all’applicazione del regolamento”. Naturalmente, non menziona direttamente Trump.

Proprio come Facebook, Twitter ha deciso di trattare gli account dei politici in modo diverso da quelli degli utenti ordinari. In particolare, è più indulgente, perché afferma che la difesa dei tweet dei politici è al servizio dell’interesse pubblico.

Le politiche sono inutili se non vengono applicate e Twitter non ha mai sanzionato Trump, anche nelle occasioni in cui si potrebbe sostenere che abbia infranto le sue regole. Non c’è motivo di presumere che ora cambierà politica, anche con questo nuovo chiarimento.

Il problema di ciò che i politici possono e non possono dire su Twitter si è riacceso in queste ultime settimane in quanto Trump ha utilizzato la piattaforma per commentare i procedimenti di impeachment contro di lui, lanciando tweet che potrebbero essere interpretati come minacciosi o da “bullo”.

All’inizio del mese, la candidata alla presidenza democratica, la senatrice Kamala Harris, ha inviato una lettera aperta al CEO di Twitter, Jack Dorsey, chiedendo che l’account di Trump fosse sospeso.

“I tweet di Trump sull’informatore rappresentano un chiaro intento di intimidire o mettere a tacere questa voce”, ha affermato Harris. La giornalista esperta di tecnologie Kara Swisher si è aggiunto al coro di chi vorrebbe bandirlo dalla piattaforma, sostenendo in un articolo del “New York Times” che “gli è stato concesso tanto spazio su Twitter per il valore aggiunto che fornisce all’azienda”.

Nel frattempo come si comporta Facebook? Le sue politiche su ciò che i politici possono e non possono fare sulla piattaforma sono altrettanto poco chiare. È stato stabilito che i politici possono mentire su inserzioni a pagamento sul sito Web, ma non possono utilizzare espressioni ingiuriose. Inoltre, secondo un’indagine di Buzzfeed News, le sue politiche non vengono applicate allo stesso modo tra tutti i candidati.

(rp)