Il coronavirus è la fine del contante?

Sebbene sia teoricamente possibile, non ci sono prove che il denaro fisico – o qualsiasi superficie inanimata, del resto – aiuti la diffusione del virus.

di Mike Orcutt

Quando le banche centrali in Cina, Corea del Sud e Stati Uniti hanno deciso di “mettere in quarantena” il denaro contante potenzialmente contaminato dalla diffusione del Covid-19, le implicazioni sono sembrate chiare: la carta moneta doveva poteva diffondere la malattia. Giusto?

Se questo è vero, sembra l’argomento decisivo per rinunciare finalmente ai contanti. Le ditte di pagamenti digitali, un certo numero di commercianti e persino alcuni responsabili politici hanno da tempo chiesto di abbandonare banconote e monete in nome della maggiore semplicità e dei minori costi. Ridurre il rischio di diffusione della malattia rafforza decisamente queste posizioni.

Lihui Li, ex presidente della Bank of China di proprietà statale, ha recentemente sostenuto che alla luce dell’epidemia la banca centrale cinese dovrebbe accelerare il rilascio della valuta digitale pianificata che dovrebbe sostituire il denaro fisico.

La scorsa settimana, quando gli è stato chiesto se il denaro potesse diffondere il coronavirus, un portavoce dell’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato al quotidiano britannico “Daily Telegraph” che “è una buona idea usare pagamenti senza contatto” quando possibile (Più tardi, l’OMS ha chiarito che questa non era in realtà un riferimento specifico al coronavirus e che non ha emesso alcun avviso ufficiale sui contanti). 

La verità è che non ci sono molte prove che smettere di pagare farebbe la differenza, almeno nel caso del Covid-19. Avrebbe, tuttavia, conseguenze significative per le molte persone che fanno affidamento sul denaro per l’accesso a beni e servizi, e ciò potrebbe aiutare a spiegare perché l’OMS è stata così veloce a tornare indietro rispetto ai pagamenti senza contatto.

A oggi si sa che i virus infettivi, comprese altre varietà di coronavirus, possono sopravvivere su superfici inanimate, tra cui metallo, carta e plastica per ore o giorni. Una ricerca preliminare indica che il nuovo coronavirus persiste sul cartone per un giorno intero e su acciaio e plastica fino a tre giorni. Le simulazioni di laboratorio hanno dimostrato che altri tipi di virus possono non solo vivere su banconote e monete per giorni, ma anche mantenere la loro contagiosità.

Ma non è sufficiente per il germe sopravvivere su una superficie inanimata. Affinché le particelle di virus su una banconota da un dollaro infettino un essere umano, devono seguire la “via primaria di infezione”, afferma Joseph Eisenberg, professore di epidemiologia all’Università del Michigan.

Per il Covid-19 sembra che le persone vengano infettate dall’inalazione di particelle che qualcun altro ha tossito o starnutito nell’aria, o entrando in contatto con una particella di virus con la mano e toccandosi successivamente gli occhi, il naso o la bocca. Ciò che non sappiamo, dice Eisenberg, è quanto sia capace questo virus di essere trasmesso all’uomo da superfici inanimate di qualsiasi tipo. 

Secondo i Centers for Disease Control statunitensi, “potrebbe essere possibile che una persona possa infettarsi con il Covid-19 toccando una superficie o un oggetto su cui è presente il virus e quindi toccando la propria bocca, il naso o forse i suoi occhi, ma non si ritiene che questo sia il modo principale di diffusione del virus”.

Il messaggio non ha allontanato il timore di dollari “contaminati dal virus“, forse alimentato in parte dalle quarantene delle banche centrali. Secondo “Bloomberg”, la Fed ha resistito alle chiamate dei gruppi industriali per rilasciare una dichiarazione in cui si sostenesse che il rischio legato all’uso dei contanti è minimo.

In realtà, non abbiamo alcuna prova che il denaro in qualsiasi forma sia mai stato una fonte di alcun tipo di infezione, afferma Marilyn Roberts, microbiologa presso la School of Public Health dell’Università di Washington. E dato il modo in cui sembra che Covid-19 sia trasmesso, ella sostiene, concentrandosi sul denaro si sposterebbe l’attenzione dal punto più importante: “Ci si trova in un teatro affollato? Al ristorante? In un grande magazzino? È più probabile intercettare il Covid-19 a causa dell’esposizione a gruppi di persone più che dal tipo di pagamento effettuato”.

Roberts affianca la quarantena del contante delle banche centrali con la richiesta di una catena di fast food nell’area di Seattle che i clienti smettano di pagare in contanti durante l’epidemia. Vi sono poche prove che suggeriscono che entrambe le misure siano protettive contro la diffusione della malattia. Nel caso del ristorante, una barriera di vetro tra il cassiere e il cliente sarebbe decisamente più protettiva, conclude Roberts.

(rp)

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