Il contagio da covid-19 sta rendendo Internet più forte che mai

Secondo Cloudflare, un’azienda statunitense che fornisce infrastrutture di rete alle aziende di tutto il mondo, tra gennaio e la fine di marzo il traffico Internet è aumentato di circa un quarto. 

di Will Douglas Heaven

La connessione a Internet è diventata il legame più stretto con il mondo esterno. Ora dipendiamo da essa per fare il nostro lavoro, per andare a scuola e vedere altre persone. È la nostra principale fonte di intrattenimento. La domanda è salita alle stelle per alcuni servizi online in particolare. Le videochiamate hanno sostituito l’interazione faccia a faccia con colleghi, familiari e amici. 

Sempre più persone utilizzano i software per le videoconferenze. Anche l’intrattenimento casalingo è in piena espansione, come dimostrano i dati relativi a Steam, un popolare sito di giochi online per PC, che ha raggiunto i 24 milioni di giocatori in contemporanea, con un incremento del 25 per cento da febbraio. I negozi di alimentari online non sono in grado di gestire l’ondata di richieste, con i clienti che aspettano ore in file virtuali lunghe decine di migliaia di persone. 

In che modo Internet sta affrontando questo scoppio di interesse nei suoi confronti, senza precedenti nella storia passata?  A prima vista ci sono molte cose che non vanno per il verso giusto, come i rallentamenti nel Wi-Fi, i siti Web che non si caricano, e le videochiamate che si interrompono. Ma, nonostante tutto, Internet gode di buona salute. In realtà, la crisi del covid-19 sta provocando la maggiore espansione della rete negli anni.

“Internet sta lottando per tenere il passo con il cambiamento”, afferma Matthew Roughan dell’Università di Adelaide in Australia, che conduce un progetto di mappatura chiamato Internet Topology Zoo. Paul Barford dell’Università del Wisconsin, a Madison, che gestisce un altro progetto di mappatura di Internet, è d’accordo. A suo parere, più usiamo Internet, più notiamo i suoi difetti. Tuttavia, le interruzioni locali sono una caratteristica di una rete distribuita.

Sono cambiate anche le abitudini. Invece di un picco post-lavoro alle 19.30, ora ci si collega in massa poco prima di pranzo, afferma Matthew Prince, CEO di Cloudflare. Non è chiaro il perché, ma potrebbe essere la fascia oraia in cui molte persone partecipano a riunioni o aule virtuali. Questo cambiamento non si presenta omogeneo. Secondo Cloudflare, l’utilizzo di Internet è aumentato di circa il 40 per cento in Italia mentre in Corea del Sud, dove le persone erano continuamente collegate a Internet durante il giorno, l’incremento è meno pronunciato.

Cloudflare ha analizzato anche dati sul “dove” ci stiamo connettendo. Ha prodotto mappe che rivelano come l’attività umana non si raccolga nei centri urbani, ma si stia trasferendo in periferia. Le mappe mostrano il cambiamento nell’uso diurno di Internet tra mercoledì 19 febbraio e mercoledì 18 marzo, prima e dopo che un gran numero di persone ha iniziato a lavorare da casa. Gli hub urbani sono rossi, indicando una diminuzione dell’uso di Internet, circondati da anelli di verde, che mostrano un aumento. (Si veda figura 1

L’improvviso picco di domanda viene preso sul serio. Dopo aver subito le pressioni di Thierry Breton, il commissario dell’Unione Europea per i mercati di Internet, una serie di aziende di streaming video, tra cui Netflix, YouTube, Facebook e la Disney + appena lanciata, hanno deciso di ridurre la qualità delle immagini dei video trasmessi in streaming in Europa per evitare possibili crisi. 

Secondo Sandvine, un’azienda di hardware, i video rappresentano oltre la metà del traffico Internet. Allo stesso modo, Sony, Microsoft e Valve, proprietaria della piattaforma Steam, hanno ridotto l’invio di aggiornamenti ai videogiochi o li hanno limitati alle ore non di punta.

Oltre all’aumento del traffico, ci sono altri due punti deboli di Internet. In primo luogo, le connessioni dell’ultimo miglio, quelle che vanno dagli scambi locali o dai data center alla casa dell’utente, sono in genere i collegamenti più fragili di una rete. Molti corrono su cavi obsoleti. Quando la banda larga è stata lanciata negli Stati Uniti, per esempio, spesso si è spostata sui cavi originariamente installati per la TV.

Questi cavi sono stati progettati per convogliare i dati in entrata e non in uscita, motivo per cui il caricamento di video da una connessione Internet domestica può essere traballante. Le connessioni domestiche tendono inoltre ad avere una larghezza di banda inferiore rispetto a quelle di un ufficio o di una scuola, rendendo le attività familiari più lente e soggette al congestionamento quando tutto il quartiere è collegato.

Un secondo problema è che le aziende di Internet devono ora gestire il traffico da pochi hub. Per esempio, è più facile per Dropbox gestire un migliaio di utenti quando si connettono tutti da un singolo campus universitario o da una sede di uffici. Tutta questa attività può essere convogliata su una singola connessione ad alta velocità. Ma ora quelle migliaia di utenti sono sparsi in tutto il paese e si connettono da centinaia di reti diverse.

Tuttavia, nonostante questi problemi, Internet sembra funzionare bene. I controlli di RIPE e Ookla, due organizzazioni che monitorano le velocità di connessione in tutto il mondo, mostrano qualche rallentamento ma una tenuta generale. Netflix e YouTube hanno ridotto la qualità delle immagini in via preventiva.

Due decenni fa c’era scarso interesse commerciale in Internet, il che significava che la sua infrastruttura era gestita ad hoc. Un evento unico, come un importante annuncio di notizie, avrebbe potrebbe far crashare il sistema, afferma Tesh Durvasula, CEO di CyrusOne, una delle numerose aziende internazionali che aiutano a mantenere sicura Internet, installando e gestendo i grandi cluster di computer che compongono il cloud.

Oggi, le aziende di telecomunicazioni come Comcast, i produttori di contenuti come Netflix, i giganti della vendita al dettaglio come Amazon, i fornitori di archiviazione virtuale come Dropbox, oltre a una serie di altri data center e servizi cloud, hanno convogliato nuove connessioni, archiviato quelle vecchie e cablato milioni di server superveloci.

L’investimento ha aumentato enormemente capacità, velocità e prestazioni su tutta la linea. “L’industrializzazione di Internet ha creato una potente rete di reti che, per la maggior parte, funziona alla grande”, afferma Durvasula.

L’innovazione sta pagando

I servizi cloud consentono ad aziende come Netflix e Dropbox di espandere rapidamente le loro attività. Quando i picchi di domanda, i server extra del pool vengono messi in moto. Molte aziende Internet utilizzano piattaforme cloud dedicate come Amazon Web Services (AWS), ma le più grandi stanno iniziando a gestire i propri data center, offrendo una flessibilità ancora maggiore per soddisfare le esigenze degli utenti.

Inoltre, i servizi di streaming e di gioco hanno iniziato a creare reti di distribuzione appositamente progettate che aggirano ampie sezioni di Internet pubblico. Il traffico fluisce dai propri data center attraverso i propri cavi verso fornitori di banda larga dell’ultimo miglio come Comcast o AT&T.

In effetti, lungi dal mettere in ginocchio le reti, covid-19 sta consolidando l’espansione più rapida degli ultimi anni. Per assicurarsi che soddisfino la domanda, giganti di Internet come Netflix ed Equinix, che gestisce 200 data center in tutto il mondo, stanno accelerando gli aggiornamenti il più velocemente possibile. Equinix sta portando la sua capacità di traffico da 10 a 100 gigabyte. 

Anche Netflix sta espandendo la sua infrastruttura. In genere collabora con i più grandi data center di una regione, che trasmettono copie locali del catalogo di Netflix nelle case delle persone. Essere il più vicino possibile agli spettatori rende la consegna molto più veloce. L’azienda sta ora cercando di installare centinaia di server extra nel secondo e terzo hub più grande in ogni regione, afferma Dave Temkin, vicepresidente delle infrastrutture di rete e di sistema. 

A sua volta, Zoom vuole avvicinarsi ai suoi utenti. Sta infatti monitorando da dove proviene la maggior parte del suo traffico e sta collaborando con i fornitori di banda larga delle zone interessate per stabilire connessioni dedicate. 

Anche le aziende via cavo stanno adattando i loro servizi. Negli Stati Uniti Comcast, per esempio, ha tolto ogni limite al consumo di dati. Se l’esperimento avrà esito positivo, l’iniziativa potrebbe diventare permanente. E in Sudafrica, dove milioni di persone sono in grado di accedere a Internet solo tramite telefoni cellulari, il governo sta allentando le normative per consentire agli operatori di rete di implementare piani di accesso ai dati a basso costo o addirittura gratuiti.

Sta inoltre aprendo sezioni dello spettro radio prima riservate al traffico TV-Internet. Alcune di queste misure potrebbero essere annullate al termine della crisi, ma altre rimarranno in vigore. Esistono ancora alcuni ostacoli che potrebbero rallentare il processo innovativo. Per esempio, ci sono sempre cavi che devono essere sostituiti o server che devono essere riparati, lavori che solo gli ingegneri umani possono fare.

Per Barford, questo potrebbe essere un altro punto debole perchè “se quelle persone non potranno più muoversi liberamente, allora potrebbero esserci interruzioni locali persistenti”. Se le catene di approvvigionamento si rompono, le aziende di Internet potrebbero anche avere difficoltà a procurarsi attrezzature e hardware. La Cina è il più grande produttore di fibre ottiche e altro hardware essenziale, come i semiconduttori. Un’interruzione dell’approvvigionamento potrebbe comportare la sospensione dei piani per l’installazione di nuove connessioni a banda larga nelle zone rurali del mondo.

Questa eventualità sarebbe particolarmente negativa per le persone delle regioni più povere che ora si trovano escluse dalla rete. Ma, nel complesso, Internet si dimostra all’altezza della situazione. “Pochi settori sarebbero in grado di gestire un incremento di richieste del servizio in così poco tempo”, conclude Prince.

(rp)

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