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Diario di un’avventura nello spazio profondo, ovvero vent’anni di storia della missione Rosetta a caccia della cometa.

di Alessandro Ovi

Quando le parole di un libro non solo fanno pensare al futuro, ma evocano anche emozioni personali profonde e riportano al presente giorni anche molto lontani nel tempo, allora il libro diventa davvero speciale. E’ il caso de ‘Il cacciatore di comete’ di Paolo Ferri.

Leggere il solo titolo mi ha fatto rivivere le ore di attesa e di speranza vissute a Darmstadt (invitato da Paolo Ferri e dal suo collaboratore Andrea Accomazzo), il giorno in cui la sonda Rosetta si apprestava a far scendere il modulo di atterraggio Philae sulla cometa 67P/Churimov-Gerasimenko. Rincorrere una cometa nello spazio profondo, raggiungerla e farci scendere un modulo speciale: si è trattato forse della missione più coraggiosa e ‘trasgressiva’ dell’ESA, l’Agenzia Spaziale Europea. 

Fin dalla descrizione puntuale del suo ingresso all’ufficio di Darmstadt il giorno cruciale dell’arrivo di Philae sulla cometa, Ferri trasmette quanto poi si ripeterà in tutte le pagine successive: la sovrapposizione tra osservazione del presente e riflessione sui tempi passati, lontani anche decenni. 

Questo perché missioni come Rosetta durano tantissimo e il legame emozionale con loro è molto forte. E’ lo stesso Ferri a confessarlo in un’intervista rilasciata a proposito della sua esperienza con il Solar Orbiter. Il fatto è che, come ben si percepisce, nei vari momenti dei 20 anni della missione Rosetta, la sua immaginazione lo portava ad essere virtualmente sulla sonda. 

La stessa esperienza viene vissuta da chi legge ‘Il cacciatore di comete’. Le poche pagine di brevi ‘intermezzi’ scandiscono il tempo della missione condotta dalle sale delle operazioni dell’ESA, fin nel cuore della sonda.

Basta leggere i titoli dei capitoli per farsi un quadro del loro ruolo nell’armonia di un racconto altrimenti tutto assorbito dalla profondità dello spazio nel quale la sonda inseguiva la cometa.

Per citarne alcuni:
– In principio furono i caldei
– I cinesi conoscevano bene il cielo
– In occidente, Aristotele detta la linea
– I millequattrocento anni di Tolomeo 
– Quando Giotto fotografò la Cometa di Halley
– Lo stupore di Tycho Brache

L’intercalare degli intermezzi con la continua condivisione della sensazione di essere sempre con Paolo Ferri, sia nelle sale operazioni dell’ESA, sia a Bordo della sonda a caccia della cometa, fanno di questo libro un prodotto allo stesso tempo facile da leggere e generatore di riflessioni profonde. 

Certamente un libro da leggere.

(lo)