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Misurazioni multiple dell’identità sono la chiave vincente per una maggiore sicurezza.

di Erika Jonietz

La domanda di una maggiore sicurezza ai confini, negli edifici governativi e nelle aziende ha comportato l’esplosione della biometria, un insieme di tecnologie che misurano i tratti biologici per identificare gli individui. I sistemi che digitalmente prendono le impronte digitali delle persone, leggono gli schemi delle loro iridi, misurano le dimensioni uniche dei loro volti o verificano le loro voci copriranno complessivamente nel 2004 un mercato di 1 miliardo di dollari, il quadruplo di 5 anni fa.

Ma c’è un problema: nessuna singola misura funziona per tutti. Circa il 3 per cento della popolazione non ha impronte digitali leggibili e circa il 7 per cento ha una pigmentazione dell’occhio che interferisce con la scansione dell’iride. Il software di riconoscimento facciale può essere ostacolato da maschere o reso vano da cambiamenti nella pettinatura o nella illuminazione. Inoltre la biometria può essere ingannata: un’impronta digitale lasciata su un sensore può essere potenzialmente ripresa e utilizzata da qualcun altro; molti sistemi di riconoscimento facciale possono essere imbrogliati da fotografie o videoclip. «La biometria non ha ancora risolto definitivamente il problema», afferma Gary Strong, responsabile dei programmi comportamentali e biometrici della sezione scientifica e tecnologica del Department of Homeland Security statunitense.

I laboratori universitari e aziendali di tutto il mondo stanno cercando di porre rimedio a queste carenze concentrando più forme biometriche in sistemi flessibili, accurati e a prova di imbroglio. Questa nuova «biometria multimodale» ricava un punteggio probabilistico da ogni misurazione biometrica e successivamente li mette insieme per stabilire un’approvazione o una bocciatura. Considerando la domanda pressante di maggiore sicurezza, è opinione condivisa che le entrate della biometria multimodale saliranno dagli 11 milioni di dollari nel 2003 ai 220 milioni di dollari nel 2008, sostiene Trevor Prout, responsabile del marketing di International Biometric Group, una società di consulenti di biometria, con sede a New York.

Il primo prodotto commerciale di identificazione che si avvale di tecniche di biometria multimodale è il software di HumanScan, di Erlangen, in Germania, che usa il riconoscimento facciale, le tracce vocali e il movimento delle labbra per identificare le persone. Funziona in questo modo: si prepara uno schema di dati per la singola persona che deve successivamente essere esaminata. Una normale telecamera dotata di microfono registra un secondo di video e di voce e il software utilizza questi dati per creare un singolo modello che verrà poi usato per verificare l’identità sulla base di tutte e tre le caratteristiche. L’amministratore delegato Robert Frischholz dice che la combinazione di HumanScan è più accurata del singolo esame biometrico. «L’unione di diversi sistemi permette di ottenere risultati migliori, di gran lunga migliori», egli conclude.

La tecnologia di HumanScan è già usata per proteggere alcune reti di computer riservate ai militari e salvaguardare il denaro dei clienti dei casinò da eventuali truffe di impostori. Ma quest’anno HumanScan, in collaborazione con IBCOL, un’azienda di commercializzazione della tecnologia, con sede a Monaco, in Germania, sarà probabilmente impegnata nella gestione delle installazioni per la verifica delle identità dei viaggiatori in entrata e in uscita negli Stati Uniti e in Germania. L’azienda non ha ancora discusso i sistemi biometrici da adottare. Comunque esiste già un filone crescente di dati biometrici sui viaggiatori. Per esempio, gli Stati Uniti richiedono a tutti i visitatori (a eccezione di quelli provenienti dal Messico e dal Canada) di farsi fotografare e prendere le impronte digitali.

Contemporaneamente, il leader di tecniche biometriche Identix, di Minnetonka, in Minnesota, sta perfezionando i suoi due sistemi esistenti – il software di riconoscimento facciale e l’analisi delle impronte digitali – con l’aggiunta di un terzo parametro biometrico: la trama cutanea. Il nuovo identificatore di Identix è chiamato impronta cutanea ed è riconosciuto da algoritmi che estraggono gli schemi della struttura della pelle da immagini di una macchina fotografica digitale. «Le trame cutanee sono uniche e sono casuali», spiega Joseph Atick, presidente e amministratore delegato di Identix. Atick sostiene che il sistema di riconoscimento della trama cutanea unito a quelli già esistenti di riconoscimento facciale di Identix – un mix di tecniche che lha portato sul mercato quest’anno – fa balzare i livelli di accuratezza dal 70 a oltre il 90 per cento. Atick dice che con la nuova tecnologia, i sistemi di riconoscimento facciale possono distinguere tra gemelli identici, raggiungendo la stessa accuratezza delle impronte digitali, da sempre considerate lo standard ideale della scienza biometrica.

La tecnologia della trama cutanea può avvantaggiarsi di una base enorme di sistemi già esistenti di riconoscimento facciale, una base che può solo diventare ancora più grande. Per esempio, l’Organizzazione internazionale dell’aviazione civile delle Nazioni Unite ha raccomandato di includere nei passaporti e negli altri documenti chip con dati di riconoscimento facciale per il controllo dell’identità e di riconoscere quali parametri biometrici secondari le impronte digitali o la scansione iridea. Ogni paese dovrebbe raccogliere queste informazioni nella fase di richiesta del passaporto o del visto; i sistemi biometrici negli aeroporti e negli altri punti d’accesso ai paesi dovrebbero verificare le identità dei possessori con le scansioni dei volti, delle dita o delle iridi e confrontando i dati con i modelli sul microchip.

A Identix stanno giungendo nuove richieste per il suo software, rilasciato la prima volta due anni fa, che può mettere insieme qualsiasi coppia di parametri biometrici. La tecnologia, conosciuta come software di fusione, mescola sostanzialmente i punteggi di affidabilità di due test per verificare l’identità di una persona. In uno degli esempi più significativi per l’alto livello di rischio, le autorità israeliane stanno usando il software per combinare il riconoscimento facciale con una tecnica biometrica usata meno frequentemente – la geometria della mano – per controllare le entrate e le uscite di 50.000 lavoratori da e verso la striscia di Gaza.

L’espansione di questo approccio combinatorio è un obiettivo delle ricerche condotte dal Department of Homeland Security. Uno studio finanziato dell’ente ha già permesso di creare un prototipo di laboratorio che mette insieme tre, quattro e anche più parametri biometrici. Secondo Anil Jain, un ingegnere elettrotecnico esperto di biometria della Michigan State University, il sistema può mettere insieme e armonizzare qualsiasi combinazione di riconoscimento facciale, impronta digitale, scansione dell’iride, geometria della mano e impronta vocale. Inoltre, continua Jain, il sistema può dare maggiore peso a parametri biometrici specifici legati alla attendibilità di tratti diversi nei singoli individui.

Rimangono alcuni problemi da risolvere, prima che la biometria multimodale conquisti il mercato. è necessario stabilire gli standard, i governi devono chiarire quali sono le combinazioni accettabili e i ricercatori devono determinare i valori dei punteggi individuali. Ma l’unione dei diversi parametri biometrici è essenziale per rendere affidabili i sistemi d’identificazione. «Non c’è un’altra strada vincente», conclude Atick.