Skip to main content

Che cosa contraddistingue il cervello umano da quello di altri animali? Uno studio pubblicato su Nature potrebbe offrire nuovi indizi in proposito.

di MIT Technology Review Italia

Una squadra di ricercatori dell’Allen Institute for Brain Science, USA, ha rivelato l’esistenza di un tipo di cellula cerebrale mai osservata in topi o altri animali di laboratorio. I ricercatori, guidati da Ed Lein, ricercatore dell’Allen Institute, e Gábor Tamás, Ph.D., neuroscienziato della University of Szeged, in Ungheria, hanno soprannominato queste cellule “neuroni rosehip”, per il loro aspetto, simile a quello di una rosa che abbia da poco perso i petali. Si tratta di un nuovo genere di cellula inibitoria, capace di inibire le attività degli altri neuroni del cervello. 

Lo studio non ha provato con certezza che questi neuroni non esistano in nessun altro cervello animale. Sicuramente non se ne trova traccia nei cervelli dei roditori, il che permette di supporre che possano essere propri ai soli esseri umani o primati. I ricercatori non hanno ancora potuto verificare quali funzioni possano avere questi nuovi neuroni.

La ricerca è stata condotta su campioni del cervello di due donatori deceduti a meno di sessant’anni. Gli scienziati hanno studiato la sezione superiore della corteccia, la regione del cervello considerata responsabile della consapevolezza e di altre funzioni comunemente ritenute tipicamente umane. Si tratta di una delle strutture più complesse note in natura.

L’incontro tra l’ungherese Tamas ed i ricercatori dell’Alen Institute risale a qualche anno fa, quando i due gruppi di ricerca scoprirono di star convergendo sullo stesso tipo di cellula a partire da due approcci di studio molto diversi tra loro. Il laboratorio di Tamás, infatti, studia il cervello umano secondo un approccio classico, esaminando ne dettaglio forme e proprietà elettriche delle cellule, mentre Lein, all’Allen, isola le differenze tra le cellule umane e quelle dei roditori a partire dal loro patrimonio genetico. Le due squadre decisero quindi di collaborare.

I ricercatori dell’Allen Institute group, hanno scoperto che le cellule rosehip attivano un set di geni che non esiste in alcun tipo di cervello di roditore studiato sinora, mentre i ricercatori della University of Szeged hanno osservato questi neo-scoperti neuroni creare sinapsi con i neuroni piramidali, caratteristici di un’altra area della corteccia umana. La collaborazione tra questi istituti ha messo chiaramente in evidenza il valore di affiancare più metodi di studio nel creare un quadro completo delle funzioni di una cellula.

Uno dei dati più interessanti osservati nei neuroni rosehip è il fatto che si connettano solo ad una specifica area delle proprie controparti, indizio forse di un’attività di controllo delle informazioni altamente specializzata. Trattandosi di neuroni inibitori, ciò significa che si sta osservando una possibilità di interrompere le funzioni cellulari propria solo a questo genere di neurone ed assente perlomeno nei roditori.

Prossimo compito dei ricercatori sarà cercare neuroni rosehip in alte parti del cervello, nonché studiare se e come possano presentarsi alterati nei cervelli di individui affetti da disturbi neuropsichiatrici. Per ora, l’esistenza dei rosehip non fa che mettere in evidenza le difficoltà inerenti all’utilizzo di cervelli di roditori come modelli per il cervello umano.

(lo)