L’algoritmo di DeepMind può prevedere gravi lesioni renali 48 ore prima che si verifichino, ma il suo livello di accuratezza è ancora parziale.
di Charlotte Jee
DeepMind, il centro di ricerca sull’intelligenza artificiale di Google, ha creato un sistema di apprendimento profondo che analizza le cartelle cliniche di un paziente, seleziona informazioni come segni vitali e risultati degli esami del sangue, e prevede la possibilità di lesioni renali acute (AKI).
In un articolo pubblicato sulla rivista “Nature”, i ricercatori hanno dimostrato di essere in grado di prevedere il 55,8 per cento dei casi fino a 48 ore prima che si verificassero.
Per lesioni renali più gravi, come quelle che hanno richiesto la dialisi in una fase successiva, l’accuratezza era vicina al 90 per cento.
L’insufficienza renale acuta contribuisce, ogni anno, a quasi 300.000 decessi negli Stati Uniti e colpisce un paziente su cinque ricoverato in ospedale in America per malattie gravi.
Tuttavia, se viene prevista e curata nei tempi giusti, l’andamento della malattia può essere invertito. Per questa ragione il sistema di Deep Mind suscita tanto interesse: potrebbe potenzialmente salvare molte vite.
Un limite, però, è costituito dal fatto che si sono utilizzate le documentazioni del Department of Veteran Affairs statunitense, vale a dire un set di dati per l’addestramento degli algoritmi che era composto per il 94 per cento da uomini.
Sono necessari molti più test per confermare la validità delle conclusioni raggiunte su tutta la popolazione. C’è anche da considerare che si sono registrati un alto numero di falsi positivi.
DeepMind prevede di integrare l’algoritmo nella sua app Streams, che aiuta i medici del Royal Free Hospital di Londra a identificare i pazienti a rischio di sviluppare l’AKI. Solo dopo questa fase, si potrà stabilire con certezza la validità del nuovo sistema.
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(rp)