I troll russi potrebbero non aver fatto bene il loro lavoro

Secondo uno studio, pubblicato in Proceedings of the National Academy of Sciences, i tentativi di disinformazione portati avanti dai russi potrebbero essere stati poco efficaci, non avendo raggiunto l’obiettivo di cambiare la mente delle persone.

di Angela Chen

Lo studio è limitato — e sicuramente non sta dicendo che gli Stati Uniti non dovrebbero essere preoccupati per l’interferenza delle elezioni straniere — ma è un importante promemoria di quanto poco sappiamo dei risultati della disinformazione.

Ormai è risaputo che la Internet Research Agency della Russia ha usato un esercito di troll per seminare disinformazione negli Stati Uniti durante le elezioni del 2016. L’IRA è stata in grado di raggiungere oltre 126 milioni di americani creando falsi account sui social media, nel tentativo di spaccare il paese. Da allora, le campagne coordinate di disinformazione sono diventate un fenomeno diffuso, comparendo in almeno 70 paesi.

Facebook ha rimosso le campagne di disinformazione legate a Russia e Cina, quest’ultima su indicazioni di Twitter, e un comitato del Senato degli Stati Uniti ha recentemente pubblicato un suo rapporto con alcune proposte per combattere la disinformazione, che probabilmente non avranno seguito. In breve, c’è molta preoccupazione, ma sapere che le campagne di disinformazione sono in aumento non ci dice necessariamente quanto siano influenti.

Per capire se i tentativi dell’IRA hanno cambiato la mente delle persone, i ricercatori hanno confrontato due serie di dati. Nel primo caso si tratta dei dati dell’indagine sugli atteggiamenti e sul comportamento di 1.239 repubblicani e democratici che usavano Twitter. Nell’altro si fa riferimento ai dati, forniti da Twitter, sugli account con cui l’IRA interagiva (Circa il 19 per cento delle 1.239 persone aveva interagito con tali account).

I ricercatori hanno confrontato le due serie di dati in un periodo di un mese alla fine del 2017 e non hanno trovato prove che l’interazione con gli account dell’IRA su Twitter avesse cambiato le idee di queste persone o i loro comportamenti. Inoltre, è molto probabile che gli account dell’IRA interagiscano con persone già politicamente polarizzate, rendendo ancora meno probabile che abbiano avuto un grande effetto.

Gli autori dello studio sono molto chiari sul fatto che non è loro intenzione rispondere alla domanda se l’IRA abbia influenzato le elezioni del 2016, soprattutto perché i loro dati sono relativi a un periodo successivo. I risultati non significano che l’interferenza straniera sulle elezioni non dovrebbe essere una preoccupazione, soprattutto perché le tattiche di disinformazione potrebbero essere diventate più sofisticate dal 2017. Tuttavia, sembra che l’IRA non abbia raggiunto i suoi scopi e che gli elettori potrebbero non essere così sensibili come temono molti esperti del settore.

Alcuni scienziati hanno suggerito che il microtargeting di Cambridge Analytica probabilmente non ha avuto molto effetto, mentre altre ricerche suggeriscono che la maggior parte delle forme di persuasione politica mediata dalla tecnologia, legittima o no, non sono molto influenti.

Come ha detto il leader dell’opposizione russa Alexei Navalny, il più grande successo della campagna sostenuta dalla Russia potrebbe non essere stata l’influenza reale, ma creare la percezione che la Russia abbia molta influenza. È importante continuare a combattere la disinformazione, ma è anche importante non perdersi nel clamore.

(rp)

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