Nuovi dati a supporto della teoria secondo cui i neutrini spiegherebbero come mai l’universo è dominato dalla materia.
di Lisa Ovi
Come mai la materia prevale sull’antimateria? Ad ogni particella di materia corrisponde un equivalente di antimateria. Secondo i fisici, materia ed antimateria sarebbero state create nella stessa quantità all’inizio dell’universo, ma se così fosse, avrebbero dovuto annientarsi a vicenda sin dal principio. Com’è andata veramente?
Secondo i fisici, è possibile che differenze nel comportamento tra materia e antimateria possano spiegare il motivo per cui non si sono annullate vicendevolmente. Come per ogni particella, anche i neutrini hanno il proprio corrispondente: gli antineutrini. In teoria, neutrini ed antineutrini dovrebbero essere dotati di proprietà e comportamenti esattamente opposti ed annientarsi l’un l’altro al contatto.
Una squadra di ricerca internazionale T2K, tra cui spiccano scienziati dell’Imperial College di Londra, ha individuato una prova quasi definitiva del fatto che neutrini ed antineutrini si comportano in maniera differente, con il risultato di non cancellarsi a vicenda. La ricerca è stata pubblicata su Nature.
Non è la prima volta che degli scienziati individuano differenze di comportamento tra particelle subatomiche di materia ed antimateria: un anno fa, fisici della Syracuse University avevano rilevato simili differenze tra le particelle chiamate quark. Le differenze osservate finora, però, non sembrano sufficientemente rilevanti da giustificare la predominanza della materia sull’antimateria nell’universo.
Le differenze tra neutrini ed antineutrini sembrerebbero, invece, significative. Esistono tre tipi di neutrini ed antineutrini: muone, elettrone e tau. Ciascuna particella può “oscillare” e mutare di tipologia. Gli scienziati hanno studiato proprio questa abilità nel mutare delle particelle, arrivando alla conclusione che i neutrini mutano con più facilità degli antineutrini.
Secondo Patrick Dunne, ricercatore del dipartimento di fisica all’Imperial, “Siamo sicuri oltre il 95% dei nostri risultati, delle loro profonde implicazioni per la fisica e per la nostra comprensione di come si sia evoluto l’universo.”
Sebbene i risultati della ricerca rappresentino la migliore prova mai scoperta del idverso comportamento tra neutrini e antineutrini, il gruppo di ricerca T2K continua negli studi necessari a ridurre eventuali incertezze e raccogliere più dati possibili con strumenti come il nuovo rilevatore Hyper-Kamiokande, in Giappone, ed esperimenti come il nuovo DUNE, avviato negli Stati Uniti.
(lo)