I cavi in fibra ottica sottomarini hanno individuato falde sismiche nel fondo dell’oceano

Gli stessi cavi in fibra ottica che utilizziamo per collegarci online vengono riproposti per rilevare terremoti e studiare il fondo dell’oceano. Secondo uno studio apparso su “Science”, la tecnica ha permesso di rilevare delle irregolarità mai registrate prima al largo delle coste della California.

di Charlotte Jee

I ricercatori hanno temporaneamente trasformato 20 chilometri di cavo a fibre ottiche sottomarine nell’equivalente di 10.000 stazioni sismiche lungo il fondo dell’oceano. Hanno usato una tecnica nota come rilevamento acustico distribuito, in cui brevi impulsi di luce vengono inviati lungo il cavo e viene analizzata la retrodiffusione creata mentre il cavo si muove e si allunga.

Questo metodo consente al team di farsi un’idea più precisa della topografia della terra circostante e di qualsiasi attività sismica. I ricercatori di solito osservano il fondo oceanico utilizzando costosi sismometri convenzionali, ma questo metodo è più economico e potenzialmente più pratico, poiché utilizza le infrastrutture esistenti.

Nel corso di un esperimento di quattro giorni nella baia di Monterey, i ricercatori hanno registrato un terremoto di magnitudo 3,5 in una faglia sottomarina a 45 chilometri di distanza e hanno usato le onde sismiche provenienti dall’epicentro per scoprire un nuova faglia sottomarina. Il sistema ha anche misurato con successo le onde di tempesta, tutte in linea con le misure prese dalle boe e sulla terra.

I cosiddetti cavi in fibra scura, quelli che non vengono più utilizzati dalle aziende di Internet, potrebbero essere riproposti per studiare il fondo del mare in questo modo e cercare zone a rischio sismico o anche probabili fonti di minerali utili e altre risorse. Ma se si affideranno ai cavi esistenti in fibra ottica, gli scienziati devono dimostrare di poter eseguire la misurazione degli impulsi laser senza interrompere il trasferimento dei dati.

Immagine: AP / MIT Technology Review Italia

(rp)

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