I 5 cambiamenti di Trump al programma spaziale statunitense

Dalla Luna alle Scienze della Terra, l’amministrazione ha accelerato alcune tendenze esistenti e ha sorpreso per alcune iniziative inattese.

di Neel V. Patel 27-10-2

Il programma spaziale statunitense è stato una nota a piè di pagina per ogni amministrazione presidenziale dai tempi di Richard Nixon. Nemmeno lo space shuttle o la Stazione Spaziale Internazionale potrebbero definire una presidenza o un’era della vita americana come ha fatto il programma Apollo. 

Non succederà neanche nel caso di Donald Trump. Ma anche prima che il presidente si trasferisse alla Casa Bianca, alcuni dei suoi consiglieri politici nella comunità spaziale hanno lasciato intendere che l’amministrazione avrebbe dato grande spazio al programma spaziale. In realtà, ci sono stati alcuni importanti cambiamenti, anche se molte di queste nuove politiche hanno avuto origine prima di Trump. Comunque, l’amministrazione ha accelerato gli eventi a una velocità a cui il programma non si muoveva da decenni

Che Trump sia rieletto o meno, il suo impatto sul programma spaziale è stato significativo. Questa influenza si farà sentire nei prossimi quattro anni, indipendentemente da chi occuperà la Casa Bianca. Di seguito fornirò un elenco dei cinque maggiori contributi che Trump ha avuto sulla politica spaziale statunitense.

1. Da Marte alla Luna

L’11 dicembre 2017, Trump ha firmato la Space Policy Directive 1, in cui si invitava ufficialmente la NASA a iniziare a lavorare su un programma di esplorazione umana che avrebbe riportato gli astronauti sulla superficie lunare e avrebbe gettato le basi per una presenza sostenuta (cioè una colonia lunare). Questo è stato un punto cardine delle indicazioni del presidente Obama per la NASA per costruire un programma che avrebbe portato gli esseri umani su Marte negli anni 2030, per rimanervi. Il piano prevedeva che le missioni lunari utilizzassero le architetture sviluppate per Marte, come il Space Launch System di nuova generazione e Orion, la capsula spaziale con equipaggio.

All’inizio dello scorso anno, l’amministrazione ha accelerato la tempistica per accelerare al 2024 per un ritorno sulla Luna. “Il focus è su progetti che possono realisticamente essere completati durante l’’attuale mandato presidenziale quadriennale di Trump”, riportava il “Wall Street Journal” nel 2017. Sebbene uno sbarco nel 2024 avverrebbe in un secondo mandato, se Trump dovesse vincere la rielezione, sarebbe un risultato decisivo della sua presidenza. La maggior parte degli esperti concorda, tuttavia, sul fatto che è sempre più improbabile che la NASA rispetti questa scadenza.

Ma ci sono argomenti a favore di un nuovo sbarco sulla Luna. Come ama dire l’attuale amministratore della NASA Jim Bridenstine, la Luna è un “terreno di prova” per le missioni nello spazio profondo in luoghi come Marte. È più facile da raggiungere, offre un ambiente a bassa gravità per testare i sistemi di supporto vitale e altre tecnologie necessarie per la vita nello spazio e potrebbe essere un sito di produzione di carburante per i futuri veicoli spaziali

Durante la presidenza Obama, molte persone nella comunità spaziale hanno ritenuto che andare direttamente su Marte “fosse un grosso problema, con investimenti inadeguati, afferma Casey Dreier, esperto di politica spaziale con Planetary Society. “Hanno detto che volevano andare su Marte, ma non hanno fatto nulla”.

Quando il mandato di Obama volgeva al termine, “è diventato molto chiaro che l’obiettivo doveva essere la Luna”, afferma James Vedda, un analista politico della Aerospace Corporation. “Trump lo ha appena ufficializzato”. Questo punto dell’agenda non cambierà, anche se a gennaio ci sarà una nuova amministrazione alla Casa Bianca. La piattaforma democratica pubblicata quest’anno afferma che il partito è d’accordo con l’andare sulla Luna, anche se l’irragionevole scadenza del 2024 sarà probabilmente rimandata.

2. Commercializzazione dell’orbita terrestre bassa

Questa è un’altra politica portata avanti dalle passate amministrazioni. Il programma Commercial Resupply Services (CRS), che imponeva ad aziende private di svolgere missioni di rifornimento alla ISS, ha avuto inizio sotto George W. Bush ed è maturato sotto Obama. Il successo di questo programma ha contribuito a rafforzare il sostegno al Commercial Crew Program (CCP) sotto Obama (quando Joe Biden era vicepresidente), che mirava a sostituire lo space shuttle con veicoli commerciali sviluppati da SpaceX e Boeing per inviare astronauti alla stazione spaziale

Dopo numerosi ritardi (alcuni dei quali hanno messo la NASA nella posizione non invidiabile di dover estendere la sua dipendenza dalla Russia per l’accesso alla ISS), il CCP ha finalmente realizzato i suoi obiettivi a maggio, quando il veicolo Crew Dragon di SpaceX ha portato gli astronauti sulla ISS.

Trump non può prendersi il merito di CRS o PCC, ma può rivendicare di aver applicato il suo progetto al programma spaziale nel suo insieme (anche se il successo del PCC è ancora da determinare). Trump ha abbracciato la commercializzazione dell’orbita terrestre bassa. Ora, la NASA vuole acquistare rocce lunari da aziende privateacquistare immagini della Terra  da satelliti commerciali, aprire la ISS ai visitatori privati e portare aziende private sulla Luna

Secondo Dreier, la grande domanda è se il successo dell’invio di persone alla stazione spaziale attraverso partner commerciali possa essere replicato altrove, per iniziative che non sono state intraprese prima. Un’azienda commerciale non è mai atterrata sulla Luna, eppure in meno di quattro anni un lander commerciale  dovrebbe fare esattamente questo, con astronauti umani. L’amministrazione Trump ha dato vita a una raffica di nuove attività e opportunità per il settore commerciale, ma una nuova amministrazione potrebbe preferire di rallentare questo approccio per rafforzare i test di sicurezza. 

3. La Space Force

L’ascesa della Cina e il deterioramento delle relazioni con la Russia, le uniche altre due potenze spaziali che potrebbero rivaleggiare con gli Stati Uniti, hanno rappresentato una preoccupazione per i funzionari statunitensi. Il potenziale  di conflitto in orbita  è cresciuto nel tempo. Qual è stata la grande idea dell’amministrazione Trump? Space Force. Sembra ripresa di un fumetto degli anni 1950, ma è stata essenzialmente un modo accattivante per assicurarsi che sufficiente attenzione e risorse sarebbero state dedicate alla scansione dell’orbita terrestre alla ricerca di minacce e al rafforzamento delle risorse nazionali contro le interferenze. Con la crescita dell’attività spaziale, infatti, l’Air Force poteva concentrarsi sulla Terra. 

Non tutti pensano che sia una buona idea. Uno dei  principali argomenti contro la Space Force è che non fa nulla che l’Air Force non abbia già gestito. Riorganizza quelle operazioni sotto lo stesso tetto, ma aggiunge anche nuovi livelli di gerarchia e burocrazia. Come ha sostenuto Michael O’Hanlon della Brookings Institution, la creazione di un piccolo  comando spaziale degli Stati Uniti  per supervisionare le operazioni spaziali attraverso l’esercito aveva senso; una forza spaziale imponente no. 

Sia i Democratici che i Repubblicani hanno riflettuto sulla creazione di una simile organizzazione per diverso tempo, dice Vedda. A suo parere, il vero impatto di Trump è stato quello di accelerare la linea temporale di un decennio e rendere l’impresa permanente. Non c’è davvero un percorso per sciogliere la Space Force, anche se una nuova amministrazione lo volesse (e la campagna elettorale di Biden non ha suggerito che ci avrebbe provato). La maggiore frequenza di test antisatellite da parte della Russia ha chiarito che i conflitti nello spazio possono sorgere in futuro. La Space Force, probabilmente, resterà.

4. Scienze della Terra

Non è stato un segreto che Trump abbia trascorso tutto il suo mandato  cercando di indebolire il lavoro della NASA nello studio del cambiamento climatico. L’amministrazione ha cercato di eliminare il sistema di monitoraggio del carbonio della NASA  e la missione Orbiting Carbon Observatory 3. Si vogliono inoltre annullare la missione PACE per l’osservazione degli oceani e la missione CLARREO per lo studio del clima. NOAA ha  subito un taglio dei finanziamenti per i suoi programmi satellitari ambientali.

Trump non ha tagliato le osservazioni legate alle Scienze della Terra eseguite dallo spazio, ma ne ha attenuato l’impatto limitando il modo in cui i dati possono essere utilizzati. In un momento in cui il cambiamento climatico sta peggiorando e dovremmo incrementare questi programmi, l’amministrazione ha invece scelto di abbandonare gli accordi di Parigi e deregolamentare le emissioni di gas serra. 

5. Il National Space Council

Infine, un obiettivo di Trump che è sfuggito al radar: la resurrezione del National Space Council, un organo (defunto dal 1993) che riunisce funzionari di molte parti diverse del governo (come la sicurezza nazionale, l’energia, il commercio e i trasporti) per discutere del programma spaziale statunitense. Lo spazio comprende molte aree diverse, ma Vedda sostiene che le persone tendono a specializzarsi solo in una, il che rende più difficile per loro tenere conto di riflessioni al di fuori del proprio campo. 

La decisione dell’amministrazione Trump di resuscitare il consiglio è stata insolita, aiutata dal fatto che il vicepresidente Mike Pence (che presiede il consiglio) ha mostrato un grande interesse per lo spazio. È stato un organismo importante nel plasmare la direzione della politica spaziale degli Stati Uniti.

Ha ospitato discussioni su tutto, da come l’esercito e la NASA potrebbero collaborare alla regolamentazione dei satelliti agli standard di comunicazione ai futuri esperimenti tecnologici ed energetici. Non è chiaro se Biden lo manterrà. Funzionari spaziali di tutto il paese si sono recentemente riuniti per un “war game“, un ipotetico consiglio operante sotto Biden, ma se la sua compagna di corsa, Kamala Harris, non mostrerà alcun interesse, potrebbe benissimo essere messo di nuovo da parte.

(rp)

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