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Il presidente Donald Trump ha annunciato la creazione del comando spaziale statunitense (noto come SPACECOM), il nuovo perno del Pentagono per la strategia e l’esecuzione di operazioni spaziali.

di Neel V. Patel 11-09-19

SPACECOM, un comando militare che si occuperà di controllo spaziale e operazioni satellitari, non va confuso con la Space Force che si occupa della difesa delle risorse spaziali americane.

Il nuovo corpo speciale è propedeutico alla creazione di una vera e propria forza militare dello spazio, la Space Force, un ramo dell’esercito alle dipendenze dall’aeronautica (Department of the Air Force), un po’ come i Marines dipendono dalla Marina (Department of the Navy).

La Space Force avrebbe il compito di “organizzare e addestrare i combattenti a supporto della missione dello Space command”.

Ma perché creare SPACECOM se non esiste ancora una forza spaziale per eseguire effettivamente i suoi ordini? Si potrebbe trattare semplicemente di un tentativo da parte della Casa Bianca di esercitare una rinnovata pressione sul Congresso per approvare e finanziare la Space Force.

Indipendentemente dal fatto che si arrivi a creare una Space Force, la tendenza apparentemente inarrestabile è quella di far diventare lo spazio un luogo più militarizzato, con una serie di conflitti in costante crescita. 

Come ha sostenuto il presidente Donald Trump: “SpaceCom garantirà che il dominio americano nello spazio non sia mai minacciato. Questo è un giorno importante, che riconosce la centralità dello spazio per la sicurezza e la difesa americana”.

Il generale dell’aeronautica John Raymond, che guiderà il nuovo comando, ha affermato che gli avversari degli Stati Uniti stanno cercando di sviluppare le loro capacità militari nello spazio. Come ha dimostrato una ricerca della Secure World Foundation, la Cina ha dimostrato di poter colpire i satelliti con missili. La Russia ha dichiarato che mira a creare armi laser dislocate nello spazio.

“Sono convinto che lo spazio sia un dominio di guerra. Sono convinto che il nostro modo di vivere e le nostre possibilità di sostenere una guerra dipendono dalle capacità spaziali”, ha concluso Raymond.

(rp)