Google, Apple, ed Uber dovrebbero essere costrette a condividere i dati delle loro mappe

L’Open Data Institute vorrebbe che i colossi di Internet rinunciassero ai loro dati per stimolare l’innovazione tecnologica.

di Charlotte Jee

L’Open Data Institute ritiene che il governo britannico dovrebbe incoraggiare società quali Apple, Google ed Uber a pubblicare maggiori informazioni riguardo le loro mappe per assistere nello sviluppo di tecnologie quali automobili a guida autonoma e droni.

Dati geospaziali: Questo genere di dati, che include indirizzi e confini urbani, alimenta migliaia di servizi di tutti i giorni – come le consegne postali ed alimentari – attraverso app quali Google Maps o Uber. I giganti di Internet dispongono liberamente di queste informazioni e le custodiscono gelosamente. L’ODI sostiene che questi dati dovrebbero essere quanto più “aperti” come parte di una “infrastruttura nazionale”.

Perché? L’analisi dei dati di queste mappe permetterebbe a comunità e organizzazioni di prendere decisioni critiche per una vasta serie di settori, come il miglioramento degli accessi a scuole ed ospedali. Rilasciando queste informazioni si potrebbe potenziare lo sviluppo di tecnologie per la guida autonoma e connessa, i droni ed i satelliti commerciali, sottolinea il rapporto. Il governo britannico ha stimato che la massimizzazione del valore di queste informazioni potrebbe generare fino a £11 miliardi l’anno.

Gli ostacoli: Le autorità inglesi, al momento, non dispongono delle leve necessarie per costringere i giganti di Internet a condividere i loro dati e rinunciare a un importante vantaggio competitivo. È altrettanto improbabile che un’idea simile possa ricevere il supporto dei principali esponenti politici nel paese. Secondo l’ODI, organizzazioni del settore pubblico potrebbero disporre dei poteri sufficienti per esigere l’accesso ai dati custoditi dalle grandi società, ma anche questa ipotesi pare alquanto difficile da concretizzare.

(MO)

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