Gli uccelli migratori si affidano al campo magnetico terrestre

Grazie a una combinazione di sistema visivo, bussola interna e alla magnetoricezione, gli uccelli sanno in quale direzione dirigersi durante la loro prima migrazione e come tornare ai loro siti di nidificazione con estrema precisione

di MIT Technology Review Italia

Una ricerca apparsa qualche anno fa su “Current Biology” aveva già indicato che gli uccelli migratori si potrebbero affidare ad alcuni meccanismi che comprendono l’angolo di inclinazione magnetica e l’intensità magnetica. Il nuovo studio, pubblicato su “Science”, ha utilizzato i dati di 17.799 uccelli contrassegnati con inanellamento dal 1940 al 2018 per indagare se e come l’uccello canoro migratore trans-sahariano, abbia utilizzato le informazioni magnetiche per tornare al suo sito di nidificazione.

Come riportato da “Sciencealert”, se questi uccelli utilizzassero i segnali del campo magnetico terrestre per localizzare il loro sito di riproduzione originale, le variazioni annuali del campo magnetico terrestre dovrebbero riflettersi in graduali cambiamenti di posizione delle aree di nidificazione degli uccelli. 

“Poiché il campo magnetico terrestre si sposta leggermente di anno in anno, i valori dei parametri magnetici caratteristici del sito natale o di riproduzione si troveranno in una posizione diversa l’anno successivo”, spiegano gli autori. I risultati dello studio indicano invece l’inclinazione magnetica come segnale magnetico principale per gli uccelli durante il trasferimento del sito riproduttivo, con parametri di inclinazione specifici che funzionano come una sorta di “stop”. 

Inoltre, altre posizioni derivate dal gradiente magnetico si spostano ulteriormente con variazioni secolari, il che rende il meccanismo proposto relativamente robusto. “La posizione del sito natale stimata utilizzando l’inclinazione e la declinazione come mappa bicoordinata”, spiegano gli autori, “si sposterebbe, in media, negli anni di 18,5 km”. “Al contrario”, concludono, “la posizione del sito di riproduzione indicato utilizzando l’inclinazione come segnale di stop si sposta solo di 1,22 km. Quindi, la strategia proposta riduce al minimo l’impatto della variazione secolare”. 

(rp)

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