Gli eventi estremi sono causati dal cambiamento climatico

Finalmente, grazie a modelli statistici, gli scienziati del clima stanno valutando il ruolo svolto dal riscaldamento globale nelle ondate di calore e maltempo che si sono succedute con incalzante rapidità negli ultimi anni nel mondo. In questo numero di “Deep Tech”, il giornalista freelance Wade Roush ne parla con James Temple, il direttore scientifico di “MIT Technology Review”, e la climatologa tedesca Friederike Otto.

di Wade Roush

“Non si può attribuire alcun evento meteorologico specifico al cambiamento climatico.” Per anni, questa è stata la linea di condotta di meteorologi e climatologi in risposta agli allarmi di fronte al riscaldamento globale. In effetti, le origini di eventi come uragani e siccità sono particolarmente complesse, ma grazie a simulazioni climatiche migliorate, all’accumulo di dati meteorologici e a computer più potenti, ora è possibile modellare mondi con e senza i gas serra che abbiamo aggiunto all’atmosfera negli ultimi 150 anni. Queste tecnologie consentono ai ricercatori di concludere che eventi meteorologici specifici, come i devastanti incendi boschivi in Australia, erano, entro certi limiti superiori e inferiori, più probabili e più dannosi a causa dell’aumento della temperatura globale. 

Wade Roush: Una cosa che sappiamo della crisi climatica è che rende più probabile eventi climatici estremi.  Fino a poco tempo fa, la maggior parte degli scienziati del clima evitava di parlarne.

Friederike Otto: Il problema è che se gli scienziati non dicono nulla sul ruolo del cambiamento climatico in un evento meteorologico estremo, allora solo le persone con un’agenda politica daranno risposte alla domanda. Per questa ragione è importante portare prove scientifiche nel dibattito.

James Temple: Per anni, è stata la risposta standard dei ricercatori. La novità è che gli scienziati hanno trovato un linguaggio che gli permette di sentirsi a proprio agio, parlando di questi cambiamenti in termini di probabilità statistiche. Ma le probabilità sono così alte ed evidenti che di fatto stanno dicendo che il cambiamento climatico ha quasi sicuramente giocato un ruolo decisivo.

BBC News: Più di 100 incendi stanno bruciando nello stato più popoloso dell’Australia.

DW News: Le pattuglie antincendio sono allo stremo.

Vigile del fuoco australiano: Spegni un focolaio e un minuto dopo ti trovi davanti una fiamma alta 30 metri. Voglio dire che è impossibile tenere il passo dell’incendio.

CBS This Morning:  Centinaia di vigili del fuoco hanno trascorso il giorno di Natale a combattere le fiamme.

DW News: Le autorità dicono che è semplicemente troppo esteso per essere spento. 

BBC World News: Le temperature in Australia sono sempre più calde. Alcuni australiani sostengono che gli incendi siano il momento della resa dei conti.

W.R.: Quando si verifica un evento meteorologico devastante, come gli incendi boschivi in Australia o incendi simili in California l’anno precedente, è naturale chiedersi se la colpa sia del riscaldamento globale, anche se raramente c’è stata una risposta soddisfacente. Ma i progressi nei modelli climatici stanno cambiando questa situazione, nel senso che ippotizzano come quegli eventi avrebbero potuto svolgersi diversamente in assenza di emissioni di carbonio e altre attività umane. Si chiama attribuzione di eventi meteorologici estremi.

J.T.: L’espressione si riferisce agli studi che i ricercatori conducono a seguito di eventi come siccità, ondate di calore e uragani per determinare la probabilità che il cambiamento climatico abbia avuto un ruolo nel verificarsi di quell’evento o nella gravità dell’evento. Questo sistema ci sta aiutando a capire cos’è il cambiamento climatico ora, non cosa potrebbe significare tra 20 anni o 50 anni o cento anni, ma a che tipo di rischi stiamo andando incontro oggi.

W.R.: James afferma che questo cambiamento ha attirato la sua attenzione per la prima volta dopo che l’uragano Harvey ha colpito il sud-est del Texas nell’estate del 2017.

J.T.: Kerry Emanuel, professore di meteorologia che ha approfondito i meccanismi che intensificano gli uragani, ha fatto dichiarazioni pubbliche su quanto il cambiamento climatico abbia cambiato la probabilità di un evento di tale portata. La maggior parte degli scienziati  non si esprimerà ancora sul fatto che Harvey sia stato causato o meno dal cambiamento climatico, ma questo tipo di studi probabilistici sull’attribuzione di responsabilità per le condizioni meteorologiche estreme, può dire con un certo grado di certezza quanto le probabilità che un evento di tale gravità si verificasse siano percentualmente superiori a quanto sarebbe successo senza cambiamento climatico.

W.R.: Un gruppo di ricercatori chiamato World Weather Attribution, co-diretto da Friederike Otto, a capo anche dell’Environmental Change Institute di Oxford, ha pubblicato un rapporto che poneva questa domanda sugli incendi in Australia. I loro modelli hanno mostrato che, grazie ai cambiamenti climatici, il clima caldo e secco responsabile degli incendi aveva almeno il 30 per cento in più di probabilità di colpire l’Australia. Questo tipo di informazioni potrebbe, in teoria, aiutare i responsabili politici e i soccorritori ad essere più preparati per le future stagioni degli incendi. A lungo termine potrebbe anche aiutare le nazioni a risolvere la responsabilità della crisi climatica e decidere chi dovrebbe pagare di più per risolverla. 

F.O.: Prima di tutto, è importante sottolineare che ogni evento meteorologico estremo ha molteplici cause per cui la questione del ruolo del cambiamento climatico non avrà mai una risposta secca: sì o no. Ci si potrà interrogare sul fatto che il cambiamento climatico lo ha reso più o meno probabile o non ha avuto un ruolo. Per scoprire se il cambiamento climatico ha contribuito al fenomeno, utilizziamo osservazioni e diversi modelli climatici e simuliamo le condizioni meteorologiche possibili nel mondo in cui viviamo oggi. 

Poiché sappiamo molto bene quanti gas serra sono stati aggiunti nell’atmosfera dall’inizio della rivoluzione industriale, possiamo eliminarli dall’atmosfera nei nostri modelli climatici, e così possiamo simulare un mondo come avrebbe potuto essere oggi, senza il cambiamento climatico causato dall’uomo. Considerando che l’unica cosa diversa tra questi due mondi è il cambiamento climatico causato dall’uomo, possiamo attribuire queste differenze, o questo aumento di probabilità, al cambiamento climatico.

W.R.: Otto dice che valutare come il cambiamento climatico abbia contribuito agli incendi in Australia è difficile, per una serie di motivi. Prima era necessario decidere cosa misurare. La temperatura, o la pioggia, o la velocità del vento, o le condizioni del suolo, o tutto quanto insieme? Alla fine, è stato inventato un indice meteorologico degli incendi boschivi che combinava tutte queste variabili. Poi si è visto che i modelli climatici esistenti non sono molto bravi a prevedere picchi estremi di temperatura, soprattutto su scala locale, come la regione sud-orientale dell’Australia, dove gli incendi sono stati devastanti.

F.O.: Siamo stati in grado di dare solo un limite inferiore. Ciò ha significato che alla fine il nostro risultato principale è stato che il cambiamento climatico ha alzato le probabilità di incendio di almeno il 30 per cento. Probabilmente il ruolo del cambiamento climatico è molto più alto, ma con l’attuale generazione di modelli climatici non siamo in grado di quantificarlo.

W.R.: Che tipo di strumenti ci offre questa scienza?

J.T.: Penso che ci siano fondamentalmente due modi in cui potrebbe influenzare le cose. Uno è che nella misura in cui questi studi ci dicono come si potrebbe presentare oggi un evento atmosferico negativo, ci aiuta ad aggiornare quel tipo di profilo di rischio, fornendo informazioni molto fruibili in termini di come dovremmo costruire le nostre città e i nostri sistemi in futuro. Per esempio, si può dedurre abbastanza chiaramente che non dovremmo costruire altre case nelle zone alluvionali di Houston, perché quello che una volta era un evento che si verificava ogni duemila anni ora può accadere ogni 100 anni.

Ma penso che se siamo davvero intelligenti al riguardo, e sto pensando agli studi sull’attribuzione del clima più tutto il lavoro che è stato fatto sulla modellazione del clima in generale, potremmo capire quanto un misero aumento di un grado centigrado nelle temperature globali ha già cambiato il mondo. Per me, è la prova dell’importanza di evitare un incremento di 2 gradi centigradi.

W.R.: Se abbiamo la potenza di calcolo e gli anni di dati che ci consentono di attribuire eventi meteorologici estremi al riscaldamento globale, quali altri tipi di attribuzione possiamo definire al momento? E si apre la prospettiva di una scienza completamente nuova per l’assegnazione delle responsabilità di questi eventi?

J.T.: Certamente possiamo dire approssimativamente di quale livello di emissioni storiche ogni nazione è responsabile. Gli Stati Uniti hanno pompato il 27 per cento delle emissioni globali di CO2 dal 1850 al 2014. Quindi, secondo questa logica, gli Stati Uniti sono responsabili per un quarto dell’aumento percentuale X della gravità della tempesta Y che costa Z miliardi di danni? 

W.R.: Sarei anche curioso di sapere se c’è resistenza alla scienza dell’attribuzione, nel senso che dal punto di vista di chi prende le decisioni politiche è un po’ un vaso di Pandora. Voglio dire, se si può dire con una certa sicurezza che un uragano, la siccità o un incendio erano dell’X per cento più probabili a causa del cambiamento climatico, allora sembra che debba anche essere possibile dire che quello stesso evento meteorologico ha avuto una percentuale X in più probabilmente perché gli Stati Uniti, l’UE o l’Australia hanno bruciato una certa quantità di combustibili fossili.

F. O.: Esattamente.

W.R.: Credo che lei abbia pubblicato un articolo sull’argomento su “Nature Climate Change” alcuni anni fa.

F.O.: In cui ho sostenuto queste posizioni. Qualcuno sostiene che vogliamo solo far venire sensi di colpa. Non credo sia necessariamente un male, se sulla base di questi studi di attribuzione potessimo fare causa ad aziende o stati e quindi costringerli fare più attenzione alla politica climatica. A mio avviso, questa è una ragione legittima per parlare di attribuzione. Comunque, non risolveremo il problema climatico solo con i negoziati internazionali. Dobbiamo stabilire un modello di sviluppo per non dipendere dalla combustione di combustibili fossili, anche se i contenziosi e i tribunali possono svolgere un ruolo davvero importante e indurre diverse aziende a cambiare il loro modo di agire.
(rp)

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