Finalmente in vista, il traguardo di $1 per watt indica la strada da perseguire

Un nuovo rapporto prevede che persino le installazioni più economiche solari dovranno superare importanti sfide per garantire il successo dell’energia rinnovabile.

di Richard Martin

La settimana scorsa, la società di previsioni energetiche GTM Research ha pubblicato una previsione secondo la quale il costo di realizzazione delle grandi fattorie solari scenderà al di sotto di $1 per watt entro il 2020. Si tratta di una cifra importante perché rappresenta la soglia al di sotto della quale l’energia solare è in grado di competere, senza sussidi, con il costo delle centrali a combustibili fossili. È anche il traguardo fissato nel 2011 con la SunShot Initiative del Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti. Ci sono, però, alcune avvertenze.

Un dollaro per watt non rappresenta il “costo reale” del solare. Questa figura rappresenta il prezzo che una società di costruzioni è pronta a richiedere a un gestore o uno sviluppatore per costruire l’impianto – in altre parole, rappresenta i costi di capitale iniziali della capacità solare installata. L’energia solare comporta una serie di costi addizionali, quali le linee di trasmissione, i software di gestione dell’intermittenza di flusso nella rete, i sistemi di stoccaggio dell’energia, ed altro ancora. “Il costo ‘reale’ del solare dipende da così tanti fattori, dipendenti a loro volta dallo specifico sito, che è difficile generalizzare”, spiega Benjamin Gallagher, autore del rapporto presentato da GTM Research. “Sulla base di una moltitudine di fattori, il costo dell’energia prodotta da una centrale solare da $1 per watt si aggirerà intorno ai 6 cents per kilowatt-ora”, dice Andrew Mills, un ricercatore associato del Lawrence Berkeley National Laboratory. Il prezzo è paragonabile al costo dell’elettricità prodotta da una centrale a gas naturale – anche se queste centrali sono in grado di operare in continuazione, non solamente di giorno. L’intermittenza e la necessità di una fonte di energia di supporto può portare a un incremento di 20 centesimi sul costo “reale” dell’energia solare.

L’energia solare continua a rappresentare una piccola parte dell’elettricità generata. L’energia solare costituisce la fonte di energia in più rapido sviluppo negli Stati Uniti, ma continua ad ammontare ad appena l’un percento dell’energia prodotta complessivamente nel paese. Persino con la rapida crescita prevista per gli impianti solari industriali, la percentuale raggiungerà a mala pena le due cifre entro il 2020. Secondo l’Annual Energy Outlook 2016 dell’EIA, http://www.eia.gov/forecasts/aeo/er/index.cfm l’energia derivata nel 2020 da tutte le fonti rinnovabili, incluse vento, biomasse ed idroelettrico, coprirà appena il 15.6 percento della quantità di energia generata complessivamente negli Stati Uniti. Carbone e gas naturale continueranno a coprire il 65 percento dell’elettricità generata – anche quando il solare degli impianti più grandi raggiungerà il prezzo di $1 per watt.

È probabile che l’aumento di installazioni solari nei prossimi anni cali. Le economie dell’energia solare sono tali per cui, oltre un certo livello di penetrazione, l’aggiunta di nuove strutture perde valore. Una forte crescita nello sviluppo di impianti fotovoltaici tenderà a sopprimere i prezzi dell’energia, secondo Frank O’Sullivan, direttore della ricerca e delle analisi per il MIT Energy Initiative. In altre parole, oltre un certo punto, nuove installazioni cominceranno ad influire non solo sul prezzo dell’energia prodotta dalle centrali solari, ma anche su quello dell’energia prodotta dalle centrali a combustibile fossile che vengono mantenute in funzione per sopperire all’intermittenza dell’energia solare. È un effetto positivo per chiunque sia interessato ad acquistare energia a un prezzo economico. Se, però, una importante aggiunta di energia solare vincola o ostacola la capacità delle centrali elettriche di recuperare sui propri costi, la crescita del mercato solare in sé è auto-limitante. “Ora che il solare ammonta a oltre l’un percento dell’elettricità prodotta negli Stati Uniti, è probabile che il ritmo di crescita rallenti”, spiega Ben Ho, professore di economia presso il Vassar College.

Troppa energia solare può risultare difficile da gestire. La semplice aggiunta di grandi quantità di energia rinnovabile nel sistema può portare a una serie di problemi (vedi “La Germania si scontra con i limiti delle rinnovabili”). In regioni con una sovrabbondanza di energia solare, come Germania, Texas e California, i produttori si trovano talvolta costretti a pagare i clienti perché utilizzino l’energia in eccesso nella rete (vedi “Texas e California hanno troppa energia rinnovabile”). Le cose non cambieranno a meno di introdurre soluzioni efficaci ed economiche per accumulare e conservare l’energia, nuovi sistemi per bilanciare la fornitura e la domanda attraverso la rete, e nuove infrastrutture di rete attraverso le quali trasferire l’energia. “È l’artefatto di una progettazione povera”, dice Jonathan Koomey, un professore consulente di Stanford che studia le economie del cambiamento climatico. La riformazione dei mercati energetici non sarà una impresa facile.

(MO)

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