I test open-air per le falene che si auto-distruggono rappresentano una nuova frontiera per gli OGM
di Emily Mullin
Le falene diamondback provocano danni all’agricoltura in tutto il mondo nutrendosi di verdure come cavoli, broccoli e cavolfiori. Lo U.S. Department of Agriculture ha approvato una proposta della Cornell University che vorrebbe rilasciare in una piccola area dello stato di New York falene geneticamente modificate all’estinzione.
Secondo i ricercatori, gli insetti modificati potrebbero divenire uno strumento per prevenire i danni provocati ai raccolti dalle falene diamondback senza l’utilizzo di pesticidi.
Il dipartimento federale ha dato il via libera all’esperimento perché convinto che l’esperimento difficilmente comporterà rischi per l’ambiente o per la salute umana.
↳ Gli scienziati hanno cominciato a creare insetti sterili negli anni ’50, esponendoli a radiazioni per ridurre le popolazioni nei campi. Questo esperimento sarà il primo a rilasciare insetti geneticamente modificati senza l’uso di radiazioni. Questo test sulle falene è indice dell’interesse, e dell’ansia, crescenti sull’utilizzo sempre più diffuso della manipolazione genetica nel campo dell’agricoltura, dove la ricerca sta applicando le nuove tecnologie su piante ed insetti. Le falene sono prodotte dalla britannica Oxitec, di proprietà del gigante biotech Intrexon.
La società ha progettato maschi di falene diamondback portatori del gene “auto-limitante.” Questo gene fa sì che la loro progenie muoia prima di raggiungere l’età riproduttiva, ponendo quindi un limite alla diffusione della specie nell’area. le falene sono anche attrezzate di una proteina fluorescente che permette di monitorarne il progresso. I danni ai raccolti sono causati dalle larve, non dalle falene adulte. La Oxitec crede che rilasciare individui adulti non dovrebbe causare nuove perdite per l’agricoltura. La Oxitec usa la stessa tecnologia sulle zanzare Aedes aegypti , nella speranza di poter prevenire la diffusione di malattie quali Zika, chikungunya, e febbre gialla (“Inside the Mosquito Factory That Could Stop Dengue and Zika”).
Secondo Anthony Shelton, entomologo della Cornell University, alla direzione dell’esperimento, l’esperimento è necessario a raccogliere informazioni aggiuntive sui possibili futuri utilizzi di questi insetti. Shelton e la sua squadra condurranno l’esperimento in un campo di proprietà dell’università nei pressi della Cornell University di Geneva, New York. L’esperimento ha il permesso di rilasciare fino a 10,000 falene di sesso maschile OGM alla volta, per un massimo di 30,000 alla settimana, in un periodo di circa tre mesi. Secondo Shelton, gli studi finora condotti in ambienti controllati hanno dimostrato l’efficacia degli insetti nel ridurre la popolazione. Gruppi sia locali che nazionali opposti all’esperimento sottolineano li fatto che questi risultati non sono ancora stati pubblicati e sottoposti a revisione. Secondo Jaydee Hanson, analista del Center for Food Safety di Washington, le associazioni dei consumatori dubitano che l’utilizzo di queste falene OGM ridurrà l’utilizzo dei pesticidi. “Le falene non sono gli unici insetti che si nutrono delle verdure in questione, per cui gli insetticidi sarebbero ancora necessari,” fa notare Hanson.
The New York State Department of Environmental Conservation still needs to approve the experiment before the trial can start. Nel 2015, la USDA concesse a Shelton un permesso per un esperimento simile che venne successivamente ritirato in quanto non era stata divulgata pubblicamente la valutazione sul suo impatto ambientale. L’anno scorso è stato sospeso il permesso per il rilascio delle zanzare OGM della Oxitec.
La Oxitec ha già condotto gli stessi esperimenti con le zanzare in Brasile, Grand Cayman, e Panama, dove le Aedes aegypti sarebbero ora in declino.
(LO)