Facebook è troppo grande per risolvere il suo problema con le inserzioni

Non è facile sorvegliare l’utilizzo di un sito web da parte di un quarto della popolazione mondiale.

di Jamie Condliffe

Non è facile sorvegliare l’utilizzo di un sito web da parte di un quarto della popolazione mondiale. Mark Zuckerberg lo sa fin troppo bene; è proprio il motivo per cui ha dovuto annunciare la condivisione di 3.000 inserzioni legate a attività russe come parte di una indagine governativa su possibili interferenze con le ultime elezioni per la presidenza degli Stati Uniti.

Nel frattempo, Zuck si è affidato a un messaggio via Facebook Live per spiegare la sua “profonda cura per i procedimenti democratici e la protezione della loro integrità”. Ha anche descritto nuove iniziative atte a incrementare la trasparenza e valutazione delle inserzioni per bloccare in futuro la condivisione di propaganda dannosa.

Ciononostante, con le sue promesse non ha saputo omettere alcuni dettagli importanti. “Non controlliamo quello che le persone dicono prima che lo abbiano detto e, francamente, non credo che la nostra società voglia che lo facciamo”, ha spiegato. “Libertà vuol dire non dover chiedere il permesso prima e poter generalmente dire qualunque cosa si voglia”. Quest’ultima frase riassume certamente la più grande forza di Facebook e, allo stesso tempo, il suo più grande problema.

“Vorrei potervi dire che saremo in grado di bloccare qualunque interferenza”, ha anche detto. “Questa ipotesi non sarebbe però realistica. Ci saranno sempre persone cattive nel mondo, e non possiamo impedire a tutti i governi di interferire”. Queste cattive persone, ovviamente, diventano ancor più difficili da isolare quando si ha a che fare con un bacino di due miliardi di utenti.

Sotto questa luce, il New York Times contribuisce con una utile e mirata osservazione: Zuckerberg ha realizzato qualcosa di così grande e potente da non riuscire più a controllarla (Il titolo dell’articolo del NYT, “Il momento Frankenstein di Facebook”).

Forse, come ci è capitato di osservare in precedenza, sarebbe ora di infrangere il monopolio di Facebook.

(MO)

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