Avviata la produzione del giacimento “Perla”, il più grande giacimento di gas nell’offshore dell’America Latina e il primo messo in produzione nell’offshore del Venezuela.
di Luca Longo
In tempi record Eni ha avviato la produzione del giacimento “Perla”: il più grande giacimento di gas scoperto nel 2009 nell’offshore dell’America Latina e il primo messo in produzione nell’offshore del Venezuela.
L’inizio dello sfruttamento a soli cinque anni dalla scoperta – risultato fra i migliori nel settore – è stato ottenuto grazie ad un innovativo modello di sviluppo in tre fasi che ha permesso di raggiungere il duplice obiettivo di rendere produttivo il giacimento in tempi record diluendo gli investimenti su più anni.
La Fase 1 è partita il 7 luglio con una produzione iniziale prevista pari a 8,4 Mmc/g (milioni di metri cubi di gas al giorno) ma ha un obiettivo di produzione di circa 13 Mmc/g, pari a circa 40.000 boed (barili di petrolio equivalente) in quota Eni. La Fase 2 prevede un obiettivo di circa 23 Mmc/g a partire dal 2017 (pari a circa 73.000 boed in quota Eni) e la Fase 3 un plateau finale di circa 34 Mmc/g (corrispondenti a circa 110.000 boed in quota Eni).
Il piano di sviluppo comprende la posa a mare di quattro piattaforme collegate da un gasdotto di 30 pollici di diametro ad una unità centrale di trattamento (Central Processing Facility) situata a terra a Punto Fijo (nella penisola di Paraguanà) e la realizzazione di 21 pozzi di produzione. Nella CPF sono stati già costruiti due impianti con una capacità di trattamento di 4,2 e 8,4 Mmc/g.
Una ulteriore innovazione, risultata decisiva per il conseguimento di questo record tecnologico, è stata la realizzazione degli impianti di trattamento a terra con sistemi modulari prefabbricati. Questo ha consentito di minimizzare tempi e costi dei lavori di costruzione e renderà più semplici le future espansioni delle infrastrutture.
La società “Cardon IV S.A” (che opera su “Perla” con una compartecipazione Eni 50% – Repsol 50%) ha già firmato un accordo di vendita di gas con Il Ministero del Potere Popolare del Petrolio e delle Miniere (PDVSA) del Governo Bolivariano del Venezuela per le tre fasi di produzione, fino al 2036.
Eni è presente in Venezuela dal 1998; nel 2014 la produzione in quota Eni è stata di 10 mila barili/giorno. L’attività è concentrata nell’offshore del Golfo del Venezuela e Golfo di Paria e nell’onshore dell’Orinoco per una superficie sviluppata e non sviluppata di 2.804 chilometri quadrati (1.066 chilometri quadrati in quota Eni).
Le attività di esplorazione e produzione dei giacimenti di gas e petrolio di Eni in Venezuela sono regolate dal regime di “Impresa Mista‘: una società di diritto venezuelano è titolare dei relativi diritti minerari, svolge direttamente le operazioni petrolifere ed è partecipata da CVP (Corporación Venezuelana de Petróleo) o altra affiliata di PDVSA con una quota minima pari al 60%.
La produzione di petrolio è oggi fornita dai giacimenti Corocoro (Eni 26%), situato nel Gulfo de Paria, e dal giant Junin 5 (Eni 40%), situato nella Faja dell’Orinoco, con volumi in posto certificati in 35 miliardi di barili.
“Perla” ha attualmente un potenziale di 480 miliardi di metri cubi di gas (3,1 miliardi di barili di olio equivalente), ma il suo potenziale è probabilmente maggiore. Il giacimento, composto da rocce calcaree di età Mio-Oligocenica con eccellenti caratteristiche, è situato a circa 3.000 metri sotto il fondo del mare, in una profondità d’acqua di 60 metri.
Questo non costituisce un problema per Eni che si colloca fra le migliori società al mondo nella ricerca e nello sfruttamento di giacimenti profondi off-shore. I pozzi con le migliori caratteristiche produttive avranno portate di oltre 4,2 (Mmc/g) ciascuno.
In accordo con il governo Venezuelano, il gas prodotto da Perla è destinato al mercato interno con l’obiettivo di fornire al Paese l’energia necessaria per sostenere una nuova fase di sviluppo economico e sociale.
(MO)