Una startup chiamata Ambrosia intende riempirvi le vene di sangue di individui giovani e così svuotarvi le tasche.
di Amy Maxmen
Una clinica privata di Monterey, in California, chiede 8,000 dollari per una trasfusione di sangue ottenuto da individui di giovane età. Jesse Karmazin ha reso possibile la pratica dando il via a test clinici sul potenziale del “sangue giovane” con la sua startup Ambrosia.
Secondo lui, i partecipanti avrebbero “notato miglioramenti” già nel primo mese dalla singola trasfusione di due litri di plasma, ovvero sangue sottratto delle sue cellule.
Secondo svariati scienziati e tecnici, i test organizzati da Karmazin sarebbero così mal organizzati da non poter assolutamente fornire prove in merito agli effetti di queste trasfusioni. Alcuni arrivano a definire un imbroglio questi studi che potrebbero fatturare fino a 4.8 milioni di dollari con i pagamenti dei 600 partecipanti.
Karmazin, laureato di Princeton, basa l’idea su studi condotti con topi a cui ricercatori avrebbero cucito insieme le vene secondo una procedura chiamata parabiosi. Condotti nell’ultimo decennio, questi studi sembrano suggerire che determinate caratteristiche dell’invecchiamento possano essere alterate quando topi vecchi ricevono sangue da topi giovani.
Un importante studio del 2013, pubblicato su Cell dimostrò come un determinato componente del sangue giovane, il GDF11, incrementerebbe ad esempio la forza muscolare, ma altri ricercatori non riuscirono a riprodurre l’esperimento.
Non ci sono inoltre indicazioni sui possibili effetti delle singole trasfusioni dell’Ambrosia’s. “Nel caso dei nostri studi, la circolazione tra topi giovani e vecchi veniva mantenuta per quasi 4 settimane,” racconta Amy Wagers, professoressa di biologia rigenerativa della Harvard University ed autrice dell’articolo su Cell.
Nonostante i dubbi, gli studi clinici sull’argomento non sono pochi. Uno studio sponsorizzato dalla University of California, di San Francisco, sta studiando gli effetti delle trasfusioni in pazienti affetti da una malattia degenerativa chiamata paralisi sopranucleare progressiva, mentre uno studio cinese vorrebbe verificare se il plasma giovane sia capace di alleviare i deficit neurologici conseguenti ad un ictus.
Tony Wyss-Coray, neuroscienziato della Stanford University, dimostrò nel 2014 che 10 trasfusioni sangue giovane incoraggiavano nei topi vecchi la crescita neuronale e miglioramenti nella memoria. Ciò fu sufficiente a convincere Wyss-Coray a fondare la Alkahest, per testare gli effetti di trasfusioni di sangue giovane in pazienti affetti da Alzheimer. Alkahest, però, intende condurre i propri studi su 18 individui a cui non verrà chiesto un dollaro per poter partecipare e partirà dal verificare quanto individui anziani siano in grado di tollerare il sangue giovane.
Il fatto che gli studi dell’Ambrosia siano finanziati dai partecipanti solleva questioni di bioetica. “La gente vuole credere di poter ringiovanire, nonostante non ci siano prove che il procedimento possa funzionare sugli esseri né si comprenda quanto osservato nei topi,” spiega Wyss-Coray. “Temo che la gente sia attratta dall’idea sotto la spinta delle leggende sui vampiri.”
Senza una propria licenza medica, Karmazin conduce gli studi assieme a David C. Wright, medico di 66 anni titolare di un centro di Monterey, già richiamato nel 2015 dal California Medical Board per la somministrazione di antibiotici ad un paziente che non ne aveva bisogno e finì al pronto soccorso.
“Ci sono molti test finanziati dai pazienti stessi che coprono la vendita di prodotti non ancora approvati dalla FDA,” racconta Jonathan Kimmelman, bioetico della McGill University di Montreal.
Scopo dichiarato dell’Ambrosia è studiare gli effetti del plasma giovane su di un centinaio di biomarcatori. Il sangue dei partecipanti verrà analizzato prima della somministrazione e ad un mese di distanza. È parere di Irina Conboy, professoressa della University of California, di Berkeley, che i risultati saranno inutili. Tanto per cominciare, la ricerca non prevede un gruppo di controllo a cui il plasma non venga somministrato. I biomarcatori, inoltre, possono cambiare per svariati motivi. Per non parlare del fatto che già suoi studi passati su pazienti affetti da Alzheime non diedero particolari risultati.
L’Ambrosia accetta chiunque abbia più di 35 anni. Secondo Karmazin gli 8000 dollari sarebbero necessari a coprire i costi dello studio.
L’ultimo fattore da prendere in considerazione è il fattore rischi degli studi. Le trasfusioni possono avere effetti collaterali quali eruzioni cutanee, danni polmonari o infezioni mortali. Dobri Kiprov, direttore della divisione di immunoterapia del California Pacific Medical Center di San Francisco, racconta di incontrare spesso individui interessati nelle ricerche dell’Ambrosia che cerca di dissuadere perché non si espongano a rischi inutili.
(LO)