Dieci tecnologie su cui si può ancora contare

Nella tecnologia, come in biologia, ci piace immaginare che l’evoluzione proceda in avanti e in modo ascendente. Pertanto, siamo convinti che, appena appaiono nuove specie e nuove tecnologie, i loro antenati primitivi si mettono da parte.

Ma non succede esattamente così. Le nuove specie non sempre evolvono per rimpiazzare quelle vecchie; esse riempiono anche le nicchie vacanti, rendendo più stabile a volte la presenza delle specie più antiche. La stessa cosa vale per la tecnologia. La carta e i byte sono il classico esempio. Nei primi anni Ottanta, all’alba dell’era dei personal computer, si riteneva che la trasmissione e la memoria elettroniche ad alti volumi – floppy disk a 360 kilobyte! Modem a 14 kilobyt al secondo! – avrebbero reso superflua la carta, salvando le foreste. Bah! I dati elettronici hanno generato ancora più copie cartacee. Come la carta, le 10 tecnologie che seguono sono state apparentemente superate o rimpiazzate, considerate vittime sacrificali sulla via del progresso. Ma gli annunci della loro scomparsa si sono dimostrati in buona parte avventati. Sono tutte sopravvissute, alcune addirittura rifiorite, nella loro supposta obsolescenza, non come oggetti culto, ma perché vengono incontro a bisogni reali che i loro successori più sofisticati non soddisfano.

1 Orologi analogici

In confronto a quelli digitali, gli antiquati orologi che teniamo nei cassetti sembrano patetici come cavalli da circo. Chi possiede un orologio digitale può misurare la temperatura, l’altitudine, conoscere l’ora di Tokyo, fare giochi, ascoltare musica e spedire messaggi. Possono forse gli orologi da polso partecipare a videoconferenze, navigare in Web e far leggere i tarocchi a distanza? Ma ciò che gli orologi digitali non possono fare, secondo i sostenitori dei vecchi modelli, è mostrare il tempo e il suo fluire nel modo elegante e intuitivo degli orologi analogici. I ragazzi spesso partono dai modelli digitali con suonerie e allarmi per tornare gradualmente a uno di tipo tradizionale, per liberarsi infine, a volte, dell’orologio elettronico e acquistarne uno completamente meccanico, ad alte prestazioni; non a caso le vendite di orologi di questo tipo sono aumentate sensibilmente negli ultimi anni. In realtà come un apparecchio svolge il suo principale lavoro è più importante delle sue funzioni accessorie.

2 Stampanti a matrice di punti

Qualche tempo fa, all’incirca negli anni Ottanta del secolo scorso, il clicchettio della matrice a punti era il suono del progresso. Ora è soltanto un ricordo per molti utenti di PC, che vogliono stampanti laser o a getto d’inchiostro per sfornare foto familiari e originali fogli di carta intestata. Ma come i dinosauri si sono evoluti in uccelli – almeno così dice la teoria – le matrici a punti hanno preso un nome più suggestivo («stampanti a impatto») e sono state utilizzate soprattutto in campo industriale. Per le società di contabilità, le banche e le farmacie con risme di dati da stampare (e per le quali la velocità, l’affidabilità e i costi contano in realtà assai più dell’aspetto), le stampanti a matrice a punti – o meglio, a impatto – vanno benissimo. Una piccola sorpresa: gli apparecchi a impatto attuali possono stampare oltre 2.000 linee al minuto, oltre 500.000 pagine al mese, per meno di un quinto di centesimo di dollaro a pagina, contro un centesimo di dollaro a pagina e oltre delle stampanti laser e a getto d’inchiostro. Epson offre ancora 12 modelli, mentre Okidata ne reclamizza 36.

3 Macchine da scrivere

Queste originali stampanti a impatto sembrano così lontane da noi come le penne d’oca rispetto alla generazione cresciuta sui PC. Ma anche per loro le prospettive sono sorprendenti: nel 2002 gli americani hanno comprato 434.000 elaboratori di testi e macchine da scrivere elettroniche, secondo la Consumer Electronics Association. Persino le macchine manuali mantengono una loro nicchia. Olympia e Olivetti producono ancora i modelli classici. Si considerino i vantaggi: non si prendono virus, non ci sono dischi rigidi o software che si bloccano, né batterie che si scaricano. Le macchine da scrivere fanno una cosa che i computer non possono fare – riempire i moduli a stampa – e sono più rapide a mettere gli indirizzi sulle buste e a svolgere altri lavori che in genere non prevedono fasi di revisione. L’abitudine e ragioni affettive sono ulteriori elementi a favore delle macchine tradizionali. Un tecnico di Seattle che aggiusta macchine da scrivere dice che sono gli scrittori di una certa età che «preferiscono la semplicità e non vogliono apprendere il funzionamento del computer» a garantirgli il lavoro. In ogni caso non preoccupatevi se il vostro sistema sta diventando obsoleto, ammesso che già non lo sia.

4 Radio

è stata data per spacciata quando la televisione commerciale entrò in scena alla fine degli anni Quaranta del secolo scorso. La TV si accaparrò gli spettacoli migliori, gli sponsor nazionali e la postazione centrale nelle case. Ma questo dinosauro dell’epoca precedente riconquistò rapidamente le posizioni per sfruttare i cambiamenti sociali e tecnologici del decennio successivo. La parola chiave fu la portabilità: i transistor e le macchine resero la radio il mezzo mobile per eccellenza di una società sempre più in movimento. Le periferie, le autostrade e gli spostamenti sempre più lunghi garantirono un’audience che non aveva alternative. La cultura giovanile massificata, i disc jockey e, successivamente, i conduttori di talk show aprirono nuove prospettive. Con la TV alla conquista del mercato nazionale e i giornali locali chiusi in massa, la radio divenne uno strumento di comunicazione più locale, che diffondeva notizie sportive, sul tempo e sul traffico nelle diverse cittadine. Ora il rafforzamento della proprietà e una rigorosa programmazione stanno invertendo il trend; i giochi su Internet mobile, MP3 e la messaggeria istantanea minacciano il terreno esclusivo della radio: il fedele amico chi ti segue dovunque, in tempo reale. Ma d’altronde la radio è già stata dichiarata fuori gioco da tempo.

5 Cercapersone

I giovani che nei primi anni 1990 avevano scelto questi apparecchi come accessori di moda sono passati al cellulare, e anche RadioShack ha smesso di venderli. Ma le vendite di cercapersone sono aumentate nel 2002, contro ogni aspettativa industriale. Alcune istituzioni si affidano ancora in gran parte ai cercapersone: i dipartimenti di polizia, con i cinturoni degli ufficiali spesso troppo pieni per i cellulari; gli ospedali, dove i segnali del cellulare potrebbero interferire con le apparecchiature diagnostiche; le scuole, che non possono permettersi un servizio di cellulari. I cercapersone superano ancora i telefonini per alcuni aspetti. Sono economici, senza carichi di roaming. Hanno bisogno di molti meno trasmettitori dei cellulari, ma garantiscono ancora una migliore copertura, perché funzionano anche nei punti a bassa intensità tra le «celle» locali. In genere il cercapersone non si blocca nelle emergenze, come invece può succedere alle celle sovraccariche. Il vantaggio più grande, comunque, è che non distraggono chi guida la macchina, impedendogli anche di perdersi in inutili chiacchierate. Ora, inoltre, la messaggeria testuale a due vie li rende un’alternativa plausibile al telefonino.

6 Nastro reel – to reel

Le cassette hanno soppiantato il nastro da bobina a bobina per le registrazioni domestiche negli anni Sessanta; ora le cassette hanno lasciato il passo ai lettori CD e ai registratori. Quindi il nastro è da considerarsi alla stregua di un fossile? Non esattamente. Molte misure di nastro analogico, da 63 mm a due piste (un quarto di pollice) a 5 cm a 24 piste (2 pollici), sono ancora disponibili. Alcuni esperti di registrazione hanno una fiducia cieca nel nastro, che a loro parere cattura sfumature di suono che sfuggono persino ai registratori digitali più sofisticati, così come alcuni entusiasti audiofili credono fermamente nelle registrazioni su vinile ascoltate su piatti al laser del costo di 10.000 dollari. Qualche azienda offre ancora giradischi a due piste da 1 cm e 27 (mezzo pollice). «Il mercato è abbastanza stabile», afferma Dan Palmer, ex direttore per lo sviluppo del prodotto a Otari, un’azienda tecnologicamente all’avanguardia. «L’archiviazione» è il motore del mercato: i clienti comprano i giradischi per digitalizzare i preziosi brani registrati.

7 Tubo elettronico a vuoto

Gli audiofili hanno sostenuto un’altra tecnologia che è precedente anche al nastro magnetico. Negli anni 1970 i transistor compatti, a basso consumo promettevano di sostituire del tutto i tubi a vuoto. Ma i transistor non potevano soddisfare alcuni chitarristi ed esperti di hi-fi. «Usiamo le valvole elettroniche perché hanno un buon suono», dice Victor Tiscareno, violinista di formazione e vicepresidente per la progettazione a Red Rose Music, un produttore di sistemi audio domestici d’avanguardia. Il suono del transistor a stato solido e a bassa distorsione «si muove leggiadramente su un oscilloscopio», egli spiega. «Ma ciò che misuriamo e ciò che ascoltiamo non sono la stessa cosa. I tubi elettronici a vuoto suonano in modo più umano, più realistico». Dopo Armageddon, essi potrebbero essere gli ultimi amplificatori a disposizione; si dice che il governo statunitense tenga ancora un gran numero di tubi di riserva nel caso un impulso elettromagnetico distrugga i circuiti di comunicazione vitali.

8 Fax

Con la posta elettronica e gli scanner pressoché universali, queste macchine poco intelligenti dovrebbero essere obsolete: perché avere a che fare con blocchi di carta e linee occupate? Eppure i consumatori americani hanno comprato oltre 2 milioni di macchine per il fax nel 2002. Il fax rimane ancora il modo più rapido per trasmettere immagini su carta, documenti e testo sottolineato. Mentre alcune professioni (giornalismo) si sono convertite in massa alla posta elettronica, altre rimangono legate al fax. Il settore immobiliare, con il suo sistema di offerte, controfferte, rinunce e garanzie, ne fa ancora un uso continuo. Anche gli avvocati rimangono grandi consumatori di fax. Il resto di noi lo usa, magari controvoglia, solo quando è costretto a farlo.

9 Supercalcolatori

Questi grandi computer dal costo unitario di oltre 1 milione di dollari sono stati abbandonati perché ingombranti, rumorosi e costosi sin da quando è arrivato il PC. Ma l’esplosione delle reti Windows e dei server Unix ha oscurato il fatto che le banche e altre istituzioni hanno continuato ad affidarsi ai supercalcolatori per l’elaborazione dei dati su larga scala. Il «gigante di ferro» mostra segni di rinascita nel nuovo millennio: nel 2001, le vendite dei supercalcolatori di IBM sono salite per la prima volta dal 1989 e hanno continuato ad aumentare. La velocità, la sicurezza e l’affidabilità sono i motivi principali della risalita: IBM si vanta che il suo ultimo modello, lo z990, si è bloccato una sola volta in 30 anni.

10 Fortran

Quarantasette anni dopo che IBM lo ha commercializzato, Fortran (acronimo di formula translation), il primo linguaggio informatico di alto livello, dovrebbe sembrare come l’equivalente infotecnologico del cuneiforme. Invece è largamente usato, specialmente nell’informatica scientifica. Perché questo veterano dell’era di Eisenhower è sopravvissuto a così tante generazioni di hardware e di software? «In parte è per la curva d’apprendimento», dice Hans Boehm dei Hewlett-Packard Laboratories, ex presidente del gruppo che si occupava in particolare dei linguaggi di programmazione per l’Association for Computing Research. «Per alcune persone va ancora bene e d’altronde non è semplice abbandonare ciò che già si conosce alla perfezione». L’adattabilità e la compatibilità, che hanno reso Fortran la lingua franca dei programmatori negli anni 1960 e 1970, sono due elementi chiave per capire la sua vitalità. I continui aggiornamenti hanno migliorato la sua efficienza e aggiunto nuove caratteristiche, pur conservando intatte le vecchie versioni. Così un vasto numero dei validi programmi in Fortran 77 sono stati riscritti con Fortran 90. Microsoft prenda esempio.

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