I nuovi saperi necessari per muoversi nel mare tempestoso della trasformazione digitale.
La protezione dei dati e la cybersicurezza sono diventate sempre più importanti per le organizzazioni, qualunque sia il settore di appartenenza, data la velocità con cui la digitalizzazione sta modificando il nostro modo di vivere. Gli avvicendamenti sociali e politici degli ultimi anni, dalla pandemia Covid-19 agli ultimi conflitti, hanno infatti evidenziato l’importanza della cybersicurezza e della protezione dei dati, ponendo l’accento sull’importanza, da un lato, che hanno i dispositivi mobili e, dall’altro, sulla quantità di dati che scambiamo ogni giorno senza rendercene conto.
Mentre in passato la cybersicurezza era percepita dai board manageriali delle aziende come un fastidioso adempimento normativo, oggi un buon livello di resilienza della rete rappresenta un obiettivo ed un vanto per molte aziende.
“La digitalizzazione ridisegna i contorni della società e della nostra esistenza. Ha ormai completamente trasformato il modo in cui comunichiamo, lavoriamo e pensiamo, intrecciando le vite individuali in un’unica rete globale in cui la condivisione dei dati è all’ordine del giorno, in un modo e con una velocità che erano impensabili ai tempi in cui mandare un SMS significava essere all’avanguardia. In questo nuovo paradigma, la connessione diventa la linfa vitale del progresso, mentre l’innovazione si pone come risposta alle domande più profonde dell’umanità: come costruire un futuro più equo, sostenibile e interconnesso, senza perdere di vista i valori che definiscono ciò che siamo e l’importanza di proteggere i nostri dati come unico strumento per dimostrare chi siamo” sostiene Ludovica Fascia, Compliance, Governance & Security Specialist presso T.I. Trust Technologies.
Imparare a navigare in un mare pieno di pericoli, hacker e cyber-criminali è ogni giorno più difficile per coloro che non sono “nativi digitali”, e questa difficoltà è terreno fertile per hacker molto giovani (i cd. “script-kiddles”) che, invece, sfruttano gli strumenti digitali per raggiungere un expertise tale da perpetrare attacchi informatici in autonomia.
Evoluzione delle minacce digitali
La digitalizzazione ha avuto come diretta conseguenza l’aumento delle minacce alla sicurezza informatica: esse, come la tecnologia che utilizziamo e che fa da veicolo per gli attacchi, sono diventate sempre più sofisticate e diffuse. Di conseguenza, le metodologie di analisi del rischio utilizzate dalle aziende sono sempre più sofisticate e tendono ad utilizzare tutti gli input possibili per comprendere il “reale” grado di esposizione degli asset alle minacce.
L’analisi delle minacce ha assunto un’importanza sempre maggiore, basti pensare all’evoluzione “normativa” dell’argomento: dall’essere un requisito della ISO27001, quindi requisito non obbligatorio, oggi sono addirittura le autorità nazionali a definire metodologie di analisi del rischio (si pensi ad esempio alle metodologie che l’Agenzia Nazionale per la Cybersicurezza italiana ha emanato proprio per supportare le aziende nella definizione delle loro metodologie di analisi del rischio).
Oggi le imprese vengono valutate anche per come affrontano i rischi cyber lungo la filiera. La sicurezza informatica è un elemento cruciale di competitività, richiedendo fornitori digitalmente solidi, sistemi e dati ben protetti e soluzioni tecnologiche sicure per evitare punti deboli.
In ultimo, l’analisi delle minacce e della loro evoluzione è fondamentale anche per proteggere equilibri più “elevati”. Nel 2024 le aziende sono interconnesse tra loro, come lo sono del resto le Nazioni: lo sfruttamento di una minaccia che porta ad un vero e proprio attacco informatico oggi non mette in pericolo solo l’azienda che lo subisce, ma anche le Terze Parti che con essa collaborano… con conseguenze disastrose per entrambe le parti. Allo stesso modo, un attacco ben organizzato potrebbe investire tante aziende nella stessa Nazione, andando ad inficiare addirittura il corretto funzionamento dei Servizi Essenziali dello stato in questione. Se si applica lo stesso ragionamento alla compagine europea o addirittura internazionale, è evidente come un attacco informatico su larga scala potrebbe avere conseguenza disastrose.
L’analisi delle minacce, oggi, è una forma di prevenzione (come dice un vecchio detto “è meglio prevenire che curare”, è meglio analizzare al meglio le minacce informatiche per comprendere al meglio cosa, chi e come potrebbe attaccarti).
Dal conformismo alla consapevolezza
È evidente come la digitalizzazione abbia dato un boost alla cultura della sicurezza informatica, aziendale e no, diventando di fatto il driver per l’aumento della consapevolezza e dell’awareness in ambito cyber per tutti i tipi di ecosistemi, dai più piccoli ai più complessi. Lo sviluppo costante della cultura della sicurezza e della protezione dei dati è l’arma vincente per proteggere gli asset aziendali ed evitare eventi spiacevoli che si potrebbero tradurre in danni o, peggio, sanzioni.
“È interessante osservare come il sapere, un tempo acquisito su base volontaria, sia oggi divenuto una necessità imprescindibile, quasi obbligatoria, per affrontare le sfide poste dalla trasformazione digitale. La digitalizzazione ha messo in luce l’importanza cruciale della formazione, trasformandola profondamente all’interno delle aziende. Un aspetto emblematico di questo cambiamento è il concetto di awareness, che da elemento di nicchia è diventato una componente essenziale per proteggere i dati aziendali e personali”, spiega Guido Allegrezza, Responsabile Compliance, Governance & Security di T.I. Trust Technologies.
Per questo, le organizzazioni si stanno spostando da un approccio basato sul conformismo normativo a una vera e propria “cultura” della protezione dei dati, che coinvolga tutti i livelli dell’organizzazione.
Nuovi saperi necessari
In un mondo in continua evoluzione digitale, in cui aumentano i pericoli, è fondamentale che il personale delle aziende sia formato su alcuni temi ormai essenziali:
- Conoscenza tecnica: è fondamentale che i professionisti della sicurezza informatica siano aggiornati sulle ultime tecniche e strumenti per proteggere efficacemente i dati dell’organizzazione da minacce esterne e interne.
- Consapevolezza degli utenti: tutti i dipendenti devono essere formati e consapevoli delle migliori pratiche di sicurezza informatica, compreso l’uso sicuro delle password, la gestione delle e-mail sospette e la protezione dei dati sensibili.
- Gestione del rischio: è necessario sviluppare competenze nella valutazione e nella gestione del rischio informatico, identificando le vulnerabilità e implementando misure preventive e correttive appropriate.
- Comunicazione efficace: una comunicazione chiara e trasparente riguardo alle politiche e alle procedure di sicurezza informatica è essenziale per coinvolgere tutti i membri dell’organizzazione nella protezione dei dati.
Conclusioni
La trasformazione verso una cultura della protezione dei dati richiede investimenti significativi in formazione, tecnologia e processi. Tuttavia, questi investimenti sono essenziali per mitigare i rischi e proteggere l’organizzazione da potenziali violazioni della sicurezza.
Nel mare tempestoso della trasformazione digitale, la protezione dei dati e la cybersicurezza sono diventate elementi fondamentali per il successo e la sopravvivenza delle organizzazioni. Sviluppare una cultura della protezione dei dati richiede un impegno a lungo termine da parte di tutti i membri dell’organizzazione, ma è un investimento che ripagherà ampiamente in termini di sicurezza, fiducia del cliente e resilienza aziendale.