Crisi economica, servono sussidi (prima che sia troppo tardi)

L’indennità di disoccupazione, in una fase recessiva, eliminerebbe l’incertezza per i lavoratori, aiutando a prevenire la crisi finanziaria delle famiglie

MIT Technology Review Italia

Durante la pandemia di covid-19, il Congresso americano ha esteso la durata delle indennità di disoccupazione a milioni di lavoratori. Ma in molti si chiedono se c’è un modo migliore per articolare queste forme di aiuto. A oggi, infatti, i benefici per i lavoratori arrivano troppo tardi. Per evitare l’adozione di politiche ad hoc, una delle soluzioni possibili è che il governo federale metta in atto incentivi oggettivi per estendere in modo automatico i sussidi di disoccupazione in caso di recessione.

Un nuovo studio sui sussidi automatici, portato avanti da tre economisti, è stato pubblicato su “AEA: Papers and Proceedings”, una pubblicazione annuale dell’American Economic Association. Il documento si basa su un’ampia modellizzazione e prende in esame gli effetti di politiche di sostegno automatico al reddito contro la disoccupazione. Secondo gli autori, i costi complessivi non sarebbero superiori ai pacchetti di misure approvate dal Congresso, ma il sistema automatico offrirebbe maggiori garanzie in tempi di stress economico.

Negli Stati Uniti, l’indennità di disoccupazione dura generalmente 26 settimane e può essere estesa solo se la soglia dei senza lavoro supera certi limiti. Negli ultimi 40 anni, il Congresso ha adottato questa misura solo cinque volte. Per condurre lo studio, gli economisti hanno sviluppato un modello – lo chiamano UI Policy Simulator – che esamina il periodo dal 1996 al 2019. Grazie ai dati del Bureau of Labor Statistics hanno prodotto una simulazione del mercato del lavoro di ogni stato e hanno modellato i risultati che deriverebbero dall’attuazione di diversi tipi di sussidi contro la disoccupazione.

Alcune simulazioni hanno applicato ciò che gli studiosi chiamano la “regola di Sahm” (dal nome dell’economista Claudia Sahm) che aumenta l’indennità di fronte a un incremento del tasso di disoccupazione superiore di 0,5 punti percentuali alla media minima dei tre mesi dei 12 mesi precedenti. Altre simulazioni, articolate “per livelli”, hanno esteso il sussidio di 13 settimane con la disoccupazione al 5,5%, di 26 settimane con una disoccupazione al 6,5%, di 39 settimane con una disoccupazione al 7,5% e infine di 52 settimane con una disoccupazione all’8,5%. Ancora un altro gruppo di simulazioni ha preso in esame gli atterraggi “duri” rispetto a quelli “morbidi” in base a quanto tempo sarebbero stati estesi i benefici dopo che il tasso di disoccupazione fosse sceso al di sotto della soglia di attivazione.

Nel complesso, l’entità delle spese previste dal modello è stata molto vicina all’entità dei pacchetti approvati dal Congresso sulla scia delle recessioni del 2001 e del 2007-2009. Una note dolente della modellazione è che un tale sistema si applicherebbe a mercati del lavoro non del tutto deteriorati, il che significa che un’estensione dei benefici potrebbe essere innescata in uno stato che poi scende rapidamente al di sotto della soglia del tasso di disoccupazione.

“Il punto di equilibrio non è facile”, dice uno degli autori dello studio, Jonathan Gruber. Con una soglia di attivazione inferiore, “i vantaggi per le persone arriverebbero un mese prima, con il rischio però di avere “falsi positivi”, nel senso che si forniscono benefici perché si ritiene che l’economia andrà male, e non è così”. Un altro fattore da considerare, comunque, è che la codifica di un sistema automatico contro la disoccupazione potrebbe proteggere i lavoratori dalla mancanza di iniziative a livello governativo.

E’ possibile che questa proposta diventi legge? Gruber ritiene di sì, se il Congressional Budget Office (CBO), l’agenzia che valuta le stime sulle uscite previste in sede di stesura del bilancio federale, considererà questo tipo di intervento automatico una continuazione di una politica già adottata in tempo di crisi e non una nuova spesa pubblica.

La durata e l’importo di questi benefici sono stati di recente una questione urgente durante i primi 18 mesi della pandemia di Covid-19, dopo che la disoccupazione è aumentata vertiginosamente nella primavera del 2020. Nell’ultimo anno, la disoccupazione negli Stati Uniti è scesa a livelli che non si vedevano da decenni, ma inevitabilmente di fronte a una situazione economica in grande movimento a livello internazionale diventerà di nuovo una seria preoccupazione, rendendo d’attualità il cambiamento di tipo legislativo.

Fotografia: Pixabay, Leroy_Skalstad

(rp)

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