Competizione cosmica

Per avere nuove idee la NASA si sta rivolgendo a studenti, hobbysti e hackers

di Spencer Reiss

L’Ansari X Prize, la gara da 10 milioni di dollari (avrebbe vinto il privato che avesse portato per la prima volta un velivolo a 100 km di altezza, due volte in due settimane) che ha stimolato in modo così spettacolare la competizione nel campo dei voli spaziali commerciali, si è conclusa lo scorso anno Ma ora anche l’Exploration System Mission Directorate della NASA è entrato nel gioco di offrire premi in cambio di innovazioni tecnologiche. Finora tre Centennial Challenges, o sfide del secolo, sono state annunciate. Brant Sponberg è il manager del programma.

Avete appena annunciato l’ultima di queste tre competizioni, che ha come tema l’ossigeno lunare?

La chiamiamo Moon ROx (Moon Regolith Oxygen Challenge), o sfida per l’ossigeno dal manto roccioso lunare. Chi partecipa ha otto ore per produrre cinque chilogrammi di ossigeno dal suolo lunare. Noi sappiamo come riuscirci, ma abbiamo bisogno di portare la tecnologia del processo a un alto livello di efficienza.

E dove, esattamente, i partecipanti si possono procurare del suolo lunare?

Il concorso usa una simulazione del suolo lunare. è costituito da cenere vulcanica, per simulare la composizione chimica di cosa si trova sulla Luna. La produce un signore in Texas.

Un altro premio riguarda il beam power, l’energia a fascio elettronico. Di cosa si tratta?Di irradiare energia da un trasmettitore a un ricevitore attaccato a un piccolo robot semovente. Il vincitore è chi riesce a far portare al robot più peso, su una data distanza, entro un certo tempo.

E a che cosa dovrebbe servire?

I cavi di alimentazione sono pesanti. Sulla Luna si potrebbe trasmettere energia, per esempio, da un piccolo reattore nucleare o da una centrale solare, a un fuoristrada elettrico o all’abitazione degli astronauti.

E la sfida per il tether, il cavo?

Il nostro partner in questa competizione è la Spaceward Foundation. Questa fondazione è interessata a un’idea piuttosto futuristica, l’ascensore spaziale. Si tratta di mettere in orbita un satellite come contrappeso e poi inviare dal satellite fino a terra un cavo. L’ascensore va su e giù collegato al cavo.

C’è veramente in progetto la costruzione di qualcosa di simile?

La NASA non ha al momento piani al riguardo, ma siamo molto interessati a materiali innovativi. Un cavo lungo 96.000 chilometri (60.000 miglia) deve essere al tempo stesso forte e leggerissimo. Grazie al concorso, che mette in palio 50.000 dollari ogni anno per il campione di materiale con il rapporto forza/peso più alto, l’ultimo vincitore ha battuto il precedente detentore del primato di quasi il 50 per cento.

Il più alto dei vostri premi consiste in 250.000 dollari. Siamo molto lontani dall’X Prize.

La legge limita a quella cifra i premi offerti da agenzie federali (come la NASA). La nostra richiesta alle autorità di alzare il limite sta facendo il suo cammino al Congresso. Abbiamo riservato 10 milioni di dollari per i concorsi nel nostro ultimo bilancio e così speriamo che in futuro si vedranno premi più invitanti.

Cosa ci vorrà per vincere uno di questi premi?

Un lander robotico per scaricare pesi sulla Luna. Lo vincerà, per esempio, qualcuno che riuscirà a far atterrare dolcemente 10 chilogrammi sul suolo lunare.

è realistico un premio simile per una operazione di quel genere?

Per arrivare sulla Luna sì. In dollari attuali, 10 milioni, 20 milioni o persino 30 milioni per una dimostrazione riuscita sarebbero quasi di un ordine di grandezza più elevato rispetto a missioni simili che la NASA ha condotto negli anni Sessanta.

Una commissione presidenziale ha avanzato l’ipotesi di offrire un premio di un miliardo di dollari a chi riuscirà a portare esseri umani sulla Luna.

Un miliardo di dollari forse è un po’ troppo. Ma le competizioni ci permettono di venire a contatto con persone innovative, che non penserebbero mai di fare domanda alla NASA per un finanziamento o un contratto, gente a cui non piace avere a che fare con il governo: per esempio quelli che coltivano un hobby, gruppi di studenti o il ragazzo che passa normalmente il suo tempo a entrare clandestinamente nei siti web.

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