Cinque sentenze della Corte Suprema sul dopo elezioni

I ritardi postali hanno costretto gli stati a rivedere le loro regole per il conteggio dei voti per corrispondenza e la Corte Suprema non ha perso tempo a intervenire.

di Patrick Howell O’Neill

In genere la Corte Suprema degli Stati Uniti ha tempi lunghi, con casi che a volte impiegano anni per arrivare a una sentenza. Ma in questi giorni si sta muovendo così velocemente che il sistema giudiziario non ha nemmeno avuto il tempo di adeguarsi alle prime due decisioni cruciali relative al voto. Il ritmo vertiginoso rivela che la più alta corte della nazione sta già plasmando le elezioni del 2020 e mostra che potrebbe fare ancora di più dopo il 3 novembre.

In sole due settimane, il tribunale ha emesso cinque ordinanze sui casi di voto, tutte incentrate su una questione centrale: chi decide i tempi del conteggio dei voti?

Due giorni fa, il presidente Donald Trump ha twittato sull’ultima decisione della Corte Suprema, sull’estensione alla Carolina del Nord del diritto di tenere conto dei ritardi postali per il conteggio delle schede elettorali per corrispondenza. I giudici hanno respinto un tentativo repubblicano di bloccare questo provvedimento e lo stato può ora contare le schede elettorali per posta fino al 12 novembre, purché siano state inviate entro il giorno delle elezioni. L’estensione è concepita come soluzione a ritardi senza precedenti nella consegna della posta.

“Questa decisione è folle e negativa per il nostro Paese”, ha twittato Trump. “Pensate cosa succederà in quel periodo di nove giorni. Le elezioni dovrebbero terminare il 3 novembre”. Il tweet di Trump va al cuore del caso politico e legale che ha caratterizzato tutto l’anno. Ma ci sono problemi con la sua argomentazione: va contro la storia delle elezioni americane, non ha basi legali, e fa parte della sua campagna di disinformazione politicizzata sulla sicurezza elettorale, che viene regolarmente contraddetta dai massimi funzionari del governo federale che si occupano del problema.

Non c’è niente di proibito da “immaginare”. Il conteggio dei voti dopo il giorno delle elezioni avviene da anni. Non è mai successo che il risultato sia ufficiale la notte delle elezioni. I dati certificati arrivano in giorni o settimane dopo, man mano che vengono contate tutte le schede. È il loro conteggio che è in discussione davanti alla Corte Suprema. In considerazione di una pandemia in via di peggioramento, votazioni per corrispondenza da record e un servizio postale degli Stati Uniti che vacilla sotto i colpi del direttore voluto da Trump, alcuni stati hanno tentato di affrontare i problemi estendendo il tempo per il conteggio delle schede valide.

Democratici e liberali della Corte hanno sostenuto regole di voto più elastiche nella speranza di adattarsi a questa sfida elettorale senza precedenti. Repubblicani e conservatori della Corte, nel frattempo, si sono generalmente opposti ai cambiamenti delle regole emanati dalle legislature statali anche quando sono appoggiate dai funzionari delle elezioni statali.

Quali sono le sentenze della Corte Suprema a oggi

Pennsylvania, 20 ottobre: la scorsa settimana i repubblicani hanno perso una battaglia contro lo stato. La corte suprema dello stato aveva stabilito che le schede per corrispondenza potevano essere ricevute tre giorni dopo il giorno delle elezioni, dopo che il servizio postale aveva affermato che i ritardi di consegna rischiavano la privazione del diritto di voto in tutto lo stato. In questo caso chi ha pronunciato la sentenza è un aspetto decisivo: se le richieste di estensioni provengono dagli stati, tendono ad avere successo davanti alla Corte Suprema; se provengono dal governo federale, falliscono. 

Alabama, 22 ottobre: è stato ammesso il divieto in tutto lo stato al voto assistito al di fuori del seggio con un membro dello staff elettorale, volto ad aiutare disabili e elettori a maggior rischio di Covid. Il divieto proviene originariamente dal segretario di stato dell’Alabama, che era in disputa con un tribunale federale sulla violazione dell’Americans with Disabilities Act. Lo Stato qui ha prevalso sul dissenso dei liberali della Corte Suprema.

Wisconsin, 26 ottobre: come abbiamo recentemente riportato, la Corte Suprema ha rifiutato di prorogare il termine per il conteggio dei voti per corrispondenza in Wisconsin, una vittoria per i repubblicani che hanno presentato la denuncia legale. Questo particolare ordine di proroga era stato emanato da un giudice federale a settembre. Un punto cruciale su cui tutti i conservatori della corte erano d’accordo: i tribunali federali non dovrebbero microgestire le elezioni statali.

Pennsylvania, 28 ottobre: la Corte Suprema degli Stati Uniti ha rifiutato una richiesta repubblicana di accelerare un riesame delle scadenze per le votazioni per corrispondenza della Pennsylvania, come era stato stabilito la settimana precedente. Ma la questione non è risolta per sempre: i giudici conservatori hanno lasciato la porta aperta alla possibilità di rivedere il caso dopo le elezioni e i funzionari della Pennsylvania stanno separando le schede ricevute dopo il giorno delle elezioni in caso di una battaglia legale di questo tipo. Se ila distanza tra i due candidati presidenziali sarà minima, la questione verrà sollevata di nuovo.

Carolina del Nord, 29 ottobre: i democratici hanno vinto un caso simile pochi giorni dopo con una decisione 5-3, con il giudice capo Roberts che si è unito ai giudici più liberali nel consentire alla Carolina del Nord di ricevere e contare i voti fino a nove giorni dopo il giorno delle elezioni. Questa proroga, da tre giorni a nove giorni, è arrivata dal consiglio elettorale dello stato. Questo, per Roberts, alla fine ha fatto la differenza.

Il futuro prossimo

“Penso che il problema del voto postale finirà alla Corte Suprema”, ha predetto Trump il mese scorso. Il nuovo giudice Amy Coney Barrett non ha partecipato a nessuna delle cinque principali sentenze di voto, ma è sicura che sarà coinvolta in futuro e giocherà sicuramente un ruolo in qualsiasi controversia legale dopo il giorno delle elezioni. Il presidente Trump ha chiarito che è lì che si svolgerà la lotta dopo la chiusura delle urne.

Se i risultati di Trump e Biden saranno abbastanza vicini, le azioni legali verranno intentate in breve tempo, purché una delle parti veda un vantaggio nel farlo. Tuttavia, ci sono prove crescenti che i democratici abbiano inviato le loro schede per posta prima dei repubblicani. Se questo è il caso in alcuni stati chiave contesi, l’intera premessa potrebbe essere capovolta.

La Corte Suprema degli Stati Uniti potrebbe svolgere un ruolo enorme nel risultato delle prossime elezioni, ma tutto dipende da quello che succede alle urne. Una distanza di voti consistente tra uno e l’altro renderebbe irrilevanti la maggior parte delle sfide legali: non c’è bisogno di lottare per oltre 10.000 voti se il divario è di 500.000. Tuttavia, se il margine sarà risicato, la mossa successiva è chiara.

Foto: Il presidente Donald Trump con Amy Coney Barrett, il nuovo giudice della Corte Suprema.Getty

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