Chi lavora da casa vuole ricreare il rito della pausa caffè

Con lo smart working, molti lavoratori stanno trovando modi creativi per intrattenere conversazioni occasionali con colleghi e sconosciuti, come succedeva prima del virus nei momenti delle pause del lavoro.

di Tanya Basu

Tom Malone si rifiutava di credere che le conversazioni intorno alla macchinetta del caffè fossero morte solo perché così tante persone stavano improvvisamente lavorando da casa durante la pandemia. Sapeva che le chiacchiere occasionali sul posto di lavoro possono aiutare le persone a creare legami. Inoltre, come ricercatore che studia tecnologia e progettazione organizzativa, dice: “mi sembrava ovvio che ci dovessero essere modi per favorire le interazioni informali” alle conferenze virtuali e negli spazi di lavoro online.

Così Malone, che insegna alla Sloan School of Management del MIT, ha lavorato con uno studente laureato per sviluppare Minglr, un software open source che chiunque può scaricare e utilizzare per incontrare persone che dichiarano di voler chattare. L’interfaccia è come AIM e Zoom messi insieme: il pannello di sinistra mostra chi è libero, insieme a un avatar e informazioni rilevanti come gli argomenti di interesse per avviare una conversazione; un pannello centrale elenca una coda di persone che vogliono parlare subito; il pannello di destra mostra un altro elenco di persone che offrono una disponibilità futura.

Malone ha testato Minglr in una conferenza virtuale a giugno e ha scritto una relazione su questa esperienza. Circa un terzo dei partecipanti ha utilizzato il software e ogni partecipante ha avuto in media due conversazioni. Riconosce che strumenti come Minglr e Zoom non replicano perfettamente la sensazione di trovarsi intorno alla macchina del caffè, ma é convinto che le conversazioni improvvisate non debbano venire meno a causa della pandemia.

Non è l’unico a pensare che questo tipo di interazione casuale spontanea possa essere mantenuta. Mentre la pandemia stravolge la cultura tradizionale dell’ufficio, i lavoratori sono alla ricerca di modi creativi per ricreare questi rapporti. E questi cambiamenti probabilmente permarranno anche dopo che un vaccino contro il coronavirus renderà sicuro per molti tornare al lavoro.

Con gli uffici che stanno già riconfigurando gli open space e la possibilità che spazi comuni come snack bar e sale conferenze siano off-limits, le conversazioni da “bar” potrebbero essere un residuo di un’epoca passata.

In tal caso, è importante trovare un’alternativa. Gli esperti suggeriscono che, nella migliore delle ipotesi, un luogo di lavoro senza interazioni possa far sentire le persone come api operaie. Nel peggiore dei casi, può soffocare la creatività e la collaborazione. Deborah Tannen, una professoressa di linguistica alla Georgetown University, sostiene che questo tipo di chiacchiere “è cruciale perché mantiene in funzione gli ingranaggi delle relazioni” e può stabilire un terreno comune.

La tecnologia ha offerto una soluzione pronta per alcuni tipi di conversazioni ad hoc durante la pandemia. Facebook e Instagram Lives, Reddit Live, Discord, Twitch e Omegle (un programma che facilita le chat video con estranei) consentono alle persone di partecipare a eventi come una sessione di yoga, una festa da ballo o una sessione “chiedimi qualsiasi cosa” di un influencer.

Ma replicare gli incontri casuali in ufficio è più difficile durante la chat video, dove le riunioni sono pianificate in anticipo e la partecipazione è limitata. Per chi fa affidamento sul networking e sulla chat per scambiare quattro chiacchere, gli ultimi mesi sono stati atroci.”Adoro andare agli eventi e incontrare gli altri di persona”, afferma Sarah Solomon, che gestisce un’agenzia di pubbliche relazioni sulla costa occidentale degli Stati Uniti. Una volta che la pandemia ha reso difficile gli incontri, si è rivolta a LinkedIn, ma è rimasta insoddisfatta.  “Niente è paragonabile all’incontro con qualcuno di persona”, ella sostiene.

Solomon ha deciso di provare Assemble Network, che organizza piccoli gruppi fino a 14 partecipanti per incontrarsi su Zoom una volta alla settimana per un mese. Non è casuale come un evento di networking, ma Jill Katz, la fondatrice di Assemble Network, afferma che il fatto che i partecipanti siano tutti coinvolti nei costi della formazione di connessioni (225 dollari al mese per quattro sessioni di 90 minuti) aumenta le motivazioni.

Katz dice che Assemble Network crea un ambiente molto diverso da quello che ha osservato durante gli eventi di networking prima di iniziare il suo servizio: gruppi di persone che gironzolano goffamente in un ambiente rumoroso e scomodo, con pile di biglietti da visita in mano. “Ho pensato, ‘Oh mio Dio, così è un disastro'”, ricorda. “Per entrare effettivamente in rete in questo ambiente si devono creare piccoli gruppi”. Katz è ora al secondo anno consecutivo di Assemble Network e ha visto crescere l’interesse: sta pensando di raddoppiare la sua disponibilità (dirige personalmente ogni sessione).

Ma una persona non deve necessariamente pagare per ritrovare determinate situazioni. Gretchen McCulloch, una famosa linguista, ha cercato di ricreare quella spontaneità con quello che ha definito un #virtualcoffeebreak (Si veda link). Dopo aver visto altri tentativi di simulare conversazioni da pausa caffè, incluso l’hosting di sessioni parallele su Discord o l’utilizzo di hashtag di Twitter per far sapere che si è disposti a intrattenere una conversazione, ha deciso di preparare un modulo Google con alcune domande di base – di cosa vuoi parlare? In che fuso orario ti trovi? – e, sulla base delle risposte, ha definito turni per chattare con le persone individualmente o in gruppo.

Parte del motivo per cui ha svolto tutto questo lavoro in anticipo era per evitare chiacchiere inutili. “So come vanno le conversazioni in questi giorni”, sostiene McCulloch. “Non voglio parlare del tempo e della pandemia”. Il modulo di Google le ha permesso di fissare un’agenda già definita. Le ha fornito anche la possibilità di gestire la sua disponibilità a parlare e a scegliere con chi farlo. 

La struttura da lei messa in piedi potrebbe dar l’impressione di rovinare la spontaneità di una conversazione casuale tra sconosciuti, ma a suo parere rappresenta un’importante protezione contro le molestie online. “Non stai invitando uno sconosciuto a casa tua e ci sono alcune limitazioni al comportamento pubblico”, ella spiega.

Tannen della Georgetown University sottolinea che la tecnologia non può replicare completamente la libertà delle conversazioni durante la pausa caffè: il linguaggio del corpo è più difficile da decifrare nelle chat video e chi non è madrelingua inglese o chi ha disabilità cognitive potrebbe trovare più difficile capire il sarcasmo o eventuali scherzi in un ambiente virtuale. Inoltre, Zoom può essere estenuante, quindi chiedere a una persona di vedersi sulla piattaforma dopo il lavoro può essere vissuto male.

Ma Tannen afferma che queste interazioni casuali sono un modo piaecvole per le persone di connettersi, indipendentemente dal fatto che avvengano online o nel mondo reale. “Quella sensazione positiva di parlare con qualcuno e connettersi ci aiuta a stare meglio'”, ella conclude.

(rp)

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