Casa, intelligente casa

Un nuovo standard wireless potrebbe finalmente rendere praticabile l’automazione nelle abitazioni

di Duncan Graham-Rowe

Nello scorso mese di settembre un bel po’ di nuovi dispositivi senza fili, progettati per rendere «intelligenti» case e costruzioni, hanno debuttato alla ZugBee Open House and Exposition di Chicago. Tra loro hanno fatto bella mostra di sé i cosiddetti sistemi domestici di allarme, che ti avvertono quando il forno è rimasto acceso o la cantina si sta inondando. Un altro dispositivo permette di collegare il sistema di intrattenimento domestico con i sistemi di controllo ambientale, come quelli dell’intensità dell’illuminazione o il termostato, per creare automaticamente l’atmosfera giusta quando si sta guardando un DVD o si ascolta musica.

A monte di questi sistemi c’è un nuovo standard wireless, di comunicazione senza fili, chiamato ZigBee. Sviluppato dalla ZigBee Alliance, che comprende Honeywell, Samsung, Mitsubishi Electric, Motorola e altre 160 società, lo standard permette agli elettrodomestici, ai sensori e agli altri dispositivi di comunicare fra loro, senza la necessità di cavi di connessione.

Ovviamente questo non è in alcun modo il primo tentativo di aumentare il quoziente di intelligenza (QI) degli edifici unendo in rete i loro componenti. Allora, potrà finalmente ZigBee rendere possibile l’automazione di case ed edifici? Si, dice Chris Ryan, un analista della società inglese Future Horizons, che sta seguendo gli sviluppi dello standard.

«Il problema in passato era costituito dal fatto che aggiungere termostati, controlli di luminosità e sensori ambientali agli edifici risultava costoso», dice Ryan. La tecnologia ZigBee potrebbe tagliare drasticamente i costi, permettendo di installare un interruttore della luce, oppure un sensore di umidità e calore, ovunque uno voglia nell’edificio, semplicemente incollandolo su un muro, pavimento o soffitto. Il chip ZigBee, incluso nell’oggetto, si collegherebbe poi via radio con il sistema di illuminazione o l’allarme a cui è destinato, risparmiando i costi esorbitanti di installare cavi nei muri. Questo genere di risparmio sui costi può fare una significativa differenza sia per i proprietari di grandi edifici commerciali, che rappresentano i destinatari iniziali di ZigBee, sia per i proprietari di abitazioni.

La tecnologia ZigBee permette di installare un interruttore della luce ovunque uno voglia in un edificio, semplicemente incollandolo su un muro. Non sono richiesti né fili né cavi.

Mentre molti sistemi precedenti usavano standard tecnologici privati, ZigBee è realizzato sulla base dello standard globale 802.15.4 dell’Institute of Electrical and Electronic Engineers (IEEE), simile a quelli utilizzati da Bluetooth o Wi-Fi. Gli open standards incoraggiano l’innovazione e la competizione, che a loro volta abbattono i costi.

Ma, a differenza delle reti Bluetooth e Wi-Fi, che richiedono unità centrali che distribuiscono informazioni ai dispositivi periferici, ZigBee permette ai dispositivi di creare reti mesh, policentriche, dove ogni unità può scambiare informazioni con le sue vicine. Le reti mesh sono molto più robuste delle loro simili basate sulle unità centrali; se un nodo si rompe, altri nodi possono subentrare e automaticamente deviare l’informazione.

Questo è molto utile, per esempio, in un sistema di illuminazione di un intero palazzo, dove non sarebbe accettabile che un singolo interruttore rotto bloccasse l’intero sistema. Inoltre le reti mesh permettono ai sistemi ZigBee di collegare fino a 64.000 dispositivi; le reti Bluetooth, invece, sono limitate ad appena otto.

Il primo impiego di Zigbee da parte dei proprietari di case probabilmente avverrà sotto forma di adattatori ai quali lampade, stereo e altri apparecchi potranno essere collegati. Gli adattatori, che entreranno in commercio questa estate, vengono attivati da interruttori senza fili attaccati ai muri, o persino portatili, il che vorrà dire che l’intera casa potrà essere controllata a distanza.

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