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In un’intervista a “Bloomberg”, Bill Gates afferma che è ormai tempo di reindirizzare i sussidi governativi a sostegno dei parchi solari e eolici verso tecnologie pulite che non possono ancora competere da sole.

di James Temple

Il cofondatore di Microsoft e investitore in energia pulita, durante un’intervista a “Bloomberg” ha dichiarato che i costi in calo e la crescente quota di energia solare ed eolica sono una delle poche storie di successo ad oggi nella battaglia contro i cambiamenti climatici.

Ma Gates ha aggiunto che i costi non dovrebbero scendere molto di più e che altre aree hanno un bisogno molto più grande di supporto, in particolare il settore dello stoccaggio di energia della rete, i parchi eolici offshore e tutti quegli strumenti che potrebbero ridurre le emissioni di gas serra in settori diversi dall’elettricità, come l’agricoltura, e le filiere del cemento e dell’acciaio.

Uno dei maggiori ostacoli all’adozione più ampia delle energie rinnovabili non è il costo dell’elettricità che generano, ma il fatto che possono produrla solo quando il sole splende o il vento soffia. Tecnologie di accumulo dell’energia migliori e più economiche potrebbero contribuire a superare questo limite.

Il fondo per l’energia pulita di Gates, Breakthrough Energy Ventures, ha investito decine di milioni di dollari in startup che lavorano proprio su questo problema, tra cui Quidnet, Form Energy e Malta. L’azienda ha finanziato anche Boston Metal, una spin-out del MIT che ha sviluppato un metodo a zero emissioni per la produzione di acciaio.

Quindi Bill Gates ha ragione? Dovremmo diversificare i sussidi? In un mondo ideale, sì. Il governo li distribuisce per permettere a una tecnologia di raggiungere un livello di sviluppo e diffusione tali da poter competere sul mercato da sola.

Nella misura in cui esiste una quota prestabilita di sussidi, si dovrebbero privilegiare gli strumenti di cui si ha più bisogno e che richiedono il massimo aiuto per stare sul mercato.

Il problema è che le energie rinnovabili devono competere aspramente sui costi con il gas naturale o il carbone, in modo da essere competitive quando le utilities fanno una scelta per un nuovo impianto.

Ma non basta, perchè considerando l’emergenza legata al cambiamento climatico, i parchi eolici e solari devono ulteriormente abbassare i loro costi per eliminare dal mercato le fonti di combustibile fossile che altrimenti continueranno a pompare emissioni per decenni nel futuro.

Il rallentamento della crescita delle energie rinnovabili lo scorso anno certamente non suggerisce che siamo vicini a quel punto, anche con i sussidi statali in vigore.

Foto: Fattoria eolica Jason Blackeye su Unsplash