L’Africa sta diventando il miglior banco di prova per l’energia solare, su scala grande e piccola.
di Richard Martin
Dopo aver superato una serie di ritardi, lo scorso 4 febbraio il Marocco ha avviato il suo progetto solare Noor I, segnando l’inizio di quella che diversi osservatori descrivono come la nuova era del solare nel Nord Africa.
Lungo i confini del Deserto del Sahara, a circa 200 km da Marrakech, la Noor I è una centrale a energia solare a concentrazione da 160 megawatt che utilizza mezzo milione di specchi parabolici per concentrare la luce solare e riscaldare un liquido che viene utilizzato per creare vapore ed alimentare delle turbine.
Il progetto, costato quasi $2 miliardi, era stato originariamente immaginato come parte del piano Desertec per costruire centrali simili lungo tutto il Sahara ed esportare l’energia elettrica in Europa. Questo piano è però fallito nel 2013 quando i principali sostenitori europei si sono tirati indietro. La centrale Noor I rappresenta la prima di tre fasi di un piano volto alla realizzazione di un massiccio complesso solare che, con 580 megawatt di capacità solare, potrebbe rappresentare il più grande al mondo una volta ultimato. È parte dell’ambizioso piano del Marocco di arrivare a generare il 42 percento del proprio fabbisogno energetico da fonti rinnovabili entro il 2020.
Sebbene 600 milioni di persone in Africa non dispongano di un valido accesso all’energia elettrica, il continente sta diventando “un banco di prova per impianti fotovoltaici all’avanguardia”, stando a Quartz – principalmente nella forma di piccoli sistemi distribuiti che garantiscono illuminazione ed elettricità a qualche abitazione individuale.
Un rapporto presentato dall’Overseas Development Institute del Regno Unito, riconosce che il solare in scala ridotta potrebbe fornire energia economica a gran parte del continente entro il 2030, riducendo nel frattempo il consumo di inquinanti generatori diesel.
(MO)