Il CEO di Baidu, Robin Li, è sotto tiro per aver dichiarato che le persone in Cina non tengono particolarmente all’uso che viene fatto delle loro informazioni personali.
di Yiting Sun
“Credo che gli abitanti della Cina siano più aperti, o meno sensibili sul tema della privacy. Se viene offerta loro la possibilità di scambiare la privacy con la sicurezza, la convenienza o l’efficienza, in molti casi sono disposti a farlo. Quindi possiamo usare meglio questi dati”, ha detto Li questa settimana.
L’idea che i cinesi non abbiano a cuore la propria privacy, però, è un mito. Il commento di Li ha scatenato una protesta sui social media cinesi. I dati presentati dalla Internet Society of China indicano che il 54 percento degli utenti Internet del paese ritengono che i problemi legati alla violazione di informazioni personali siano “gravi”; e Baidu è stata recentemente accusata di spiare i suoi utenti.
Potrà sembrare facile pensare che questioni come lo scandalo dei dati di Facebook sia un fenomeno comune e accettato in Cina. In realtà, però, molte persone all’interno del paese stanno seguendo gli sviluppi di questa storia con grande curiosità – perché anche loro vogliono sapere come i loro dati vengono protetti e condivisi.
(MO)