Amazon mette Parler offline

Il servizio di microblogging e social networking, che ha una base di sostenitori di Donald Trump, conservatori, teorici della cospirazione ed estremisti di destra, si è ritrovato in seria difficoltà durante il fine settimana quando Google e successivamente Apple lo hanno escluso dai loro app store.

di Charlotte Jee

Parler, un sito che si autodefinisce un “social network per la libertà di parola” e che è stato ampiamente utilizzato per coordinare l’assalto al Campidoglio la scorsa settimana, si è ritrovato offline dopo che Amazon ha smesso di ospitarlo il 10 gennaio, citando violazioni dei termini di servizio.

Buzzfeed ha ottenuto una copia dell’e-mail di Amazon che informava Parler della decisione in cui era scritto: “Recentemente, abbiamo visto un aumento costante di contenuti violenti sul vostro sito web, il che viola i nostri regolamenti. È chiaro che Parler non dispone di un sistema efficace per conformarsi ai termini di servizio di AWS”. 

Parler è stato sottoposto a pressioni crescenti durante il fine settimana quando Google e poi Apple lo hanno escluso dai loro app store per il suo utilizzo come piattaforma per pianificare atti violenti e illegali e la sua riluttanza a moderare il sito in modo più rigoroso. 

Parler è stato lanciato nel 2018 come versione dai toni meno moderati di Facebook e Twitter. In origine era un sito web marginale, ma ha visto il numero degli utenti crescere rapidamente nelle ultime settimane dopo la vittoria elettorale di Biden. Il suo principale investitore è Rebekak Mercer, la più importante finanziatrice repubblicana. Il sito è diventato un rifugio sicuro per membri di gruppi di odio, cospirazionisti e persone che sono state bandite altrove online, e ospita discussioni intorno a possibili azioni violente. Per esempio, i messaggi su Parler hanno abbracciato l’ipotesi di uccidere il vicepresidente Mike Pence. 

La spinta per escludere Parler dalle piattaforme mainstream arriva quando l’industria tecnologica nel suo insieme sembra aver troncato l’idillio con Trump e i suoi sostenitori più violenti. Trump è stato ora bandito da Twitter, Facebook, Spotify, Google, Snapchat, Instagram, Reddit, Twitch, Shopify, TikTok e Pinterest. Stripe ha anche interrotto la collaborazione con il sito web della campagna elettorale di Trump.

Ora, è probabile che un’altra azienda di hosting si faccia avanti e si offra di ospitare Parler che è stato abbandonato anche da Amazon. Nel 2019, 8chan, un sito web utilizzato da chi ha compiuto omicidi di massa per pubblicare video e manifesti, è stato bandito da Cloudflare, un’azienda che offre servizi di DSN distribuiti, ma è tornato on line dopo poche settimane

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