Allevare il giusto tipo di mucca

L’inseminazione artificiale, la mappatura genica e il test del DNA hanno permesso di produrre vacche più grandi e più sane.

di Jim McAdams 

Questa storia fa parte di una serie di articoli su come le innovazioni “nascoste” influenzano i cibi che mangiamo e il loro costo. Krithika Varagur ha condensato il racconto di Jim McAdams.

Dall’anno scorso ho avuto qualche problema con la salute dei nostri vitelli. Non siamo sicuri di cosa stia succedendo, ma crediamo che potrebbe essere una conseguenza del caldo estremo. Certified Angus Beef è una marca di carne davvero popolare, ma per entrare nel loro programma il prodotto deve provenire da bovini di pelle nera, che non tollerano il calore come alcune altre razze. I miei non sono al 100 per cento Angus, ma arrivano al 75 per cento. E quando fa molto caldo, questi vitelli sono deboli e non hanno la forza di alzarsi e allattare. L’anno scorso ho perso alcuni vitelli per un colpo di calore, almeno credo.

È difficile per noi cambiare rapidamente il nostro programma di allevamento, anche se stiamo beneficiando di molti progressi nella tecnologia e nella ricerca. I produttori di “Seedstock” allevano animali da riproduzione, utilizzando tecniche come l’inseminazione artificiale e il trasferimento di embrioni. Queste tecnologie sono costose e non è insolito per i produttori di seme vendere i loro tori ad altri allevatori per 30.000 dollari o più. Se si mettesse un toro all’aria aperta con le mucche al massimo darebbe vita a un centinaio di vitelli nella sua vita, ma l’uso di tecnologie riproduttive avanzate consente a quello stesso toro di generare diverse migliaia di vitelli.

L’eterosi si riferisce alla tendenza di un animale ibrido di razza incrociata ad avere spesso tratti migliori (come il peso o la longevità) rispetto ai suoi genitori. E’ un’ottima tecnica per ottenere le razze giuste. Fondamentalmente, ci sono differenze genetiche in diverse razze di un animale e, se incrociate nel modo giusto, garantiscono buoni risultati. Più lontane sono le linee di sangue, più eterosi si avrà. Un esempio di come lo uso nella pratica è l’incrocio di bovini Bos indicus, che si sono evoluti nelle parti meridionali del mondo, con i nostri bovini nativi Bos taurus, al fine di migliorare la loro tolleranza al calore e aumentarne la longevità.

La tecnologia si è diffusa come le erbacce nel mondo degli allevamenti. Negli anni 1970, l’inseminazione artificiale divenne uno strumento molto diffuso. Negli anni 1990, abbiamo iniziato a vedere tecniche moderne come la mappatura genetica e il test del DNA che ci aiutano a bilanciare le nostre razze. C’è un costo per la mappatura genetica perché devi testare i tuoi animali, inserirli in un database, pagare tasse e le carte d’identità degli animali. Ma ci consente di vedere quali tori hanno, per esempio, geni specifici per la crescita. Quindi è più semplice raggiungere gli obiettivi prefissati.

Il peso medio di una vacca 50 anni fa era probabilmente di 400 kg. Negli anni 1970, era salito a 450 e oggi si attesta sui 600. Ci vogliono più acri per mantenere vacche di queste dimensioni. Inoltre producono vitelli molto più grandi che richiedono più cibo in inverno. Negli anni 1950 e all’inizio degli anni 1960, i bovini erano troppo grassi e troppo piccoli e la loro vita produttiva era troppo breve. Poi negli anni 1970 – mi sono laureato al college nel 1972 – c’è stata questa guerra al grasso nell’industria perché i medici avevano stabilito che mangiare troppo grasso faceva male al cuore delle persone. 

Ci siamo allora impegnati ad avere un bestiame più efficiente, più grande e più magro. Ci sono voluti circa 20 anni. E abbiamo esagerato. Ci siamo resi conto che la carne stava diventando troppo dura. C’è stata una discreta quantità di tentativi ed errori. Oggi siamo da qualche parte nel mezzo. Penso che abbiamo raggiunto il giusto punto di equilibrio. Non succederà più di ritrovarsi in un ristorante e dire: “Era immangiabile quella bistecca”.

Allevare il giusto tipo di vacca è stato uno degli interessi principali della mia carriera. È una sfida, perché il ciclo di vita di un bovino è piuttosto lungo, rispetto a qualsiasi altra proteina della carne.

immagine: Ping Zhu

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