Mario Mazzola e Luca Cafiero: dalla Olivetti, la Cisco?

Tra il 1993 e il 2013, Crescendo, Andiamo, Nuova e Insieme hanno avviato innovazioni cruciali e sono state altrettante pietre miliari per Cisco nell’allargamento dei suoi orizzonti e nella difesa della sua posizione di leader nell’industria delle reti dati.

di Alessandro Ovi

Soni Jiandani, Mario Mazzola, Luca Cafiero, Prem Jain, di Insieme Networks

Loro si schermiscono e dicono che non è proprio così, ma quando, pochi giorni fa, li ho incontrati nella sede di Insieme, a San Jose in Silicon Valley, mi è parso fuori di dubbio che Mazzola e Cafiero, con le quattro aziende da loro costituite e poi cedute a Cisco, ne abbiano di fatto costituito la “spina dorsale” il backbone.

Tra il 1993 e il 2013, Crescendo, Andiamo, Nuova e Insieme hanno avviato innovazioni cruciali per Cisco nell’allargamento dei suoi orizzonti e nella difesa della sua posizione di leader nell’industria delle reti dati.

Crescendo (Scheda 1), con la sua pionieristica tecnologia delle reti locali (LAN), Andiamo (Scheda 2), con la sua innovazione nello smistamento di dati immagazzinati in rete, Nuova (Scheda 3), con server innovativi capaci di competere con incumbents del calibro di IBM e HP, sono altrettante pietre miliari del grande successo di Cisco negli ultimi vent’anni.

Insieme (Scheda 4), con i suoi prodotti in grado di centralizzare il management dei data center, dalla rete, allo storage, ai computer, alle applicazioni e alla security, rappresenta probabilmente la più efficace difesa di Cisco dall’attacco proveniente dalle nuove tecnologie SDN (Software Designed Technology).

La sofisticata ingegneria e l’innovazione tecnologica sono certo pilastri del lavoro di Mazzola e Cafiero. Ma enorme è stato anche l’impatto dell’innovazione societaria e imprenditoriale, lanciata assieme alla Cisco con Andiamo: la struttura degli spin-in.

Cosa è uno spin-in? è uno spin-off, che diventa azienda rimanendo però dove è nato. Resta lì e cresce con tutta l’indipendenza e la tensione imprenditoriale che rappresenta la linfa delle imprese innovative, ma a un certo punto, se i conti tornano, viene riassorbito nell’ambito di un disegno strategico predefinito.

Ogni caso ha una storia e “numeri” diversi, ma la costante è che Cisco parte con un investimento iniziale di un centinaio di milioni, detiene l’80/85 per cento del capitale (il resto ai dipendenti) e quando decide di acquistare il 100 per cento lo fa a un prezzo definito sulla base dei risultati economici dell’azienda in un periodo prestabilito.

è stata una scelta non condivisa da tutti gli esperti in politica aziendale, ma la sua efficacia è ampiamente dimostrata dai fatti.

Quello che da una parte inorgoglisce e dall’altra rattrista nell’incontro con Mazzola e Cafiero è il continuo riferimento alla origine del loro “saper fare”: l’Olivetti.

A Ivrea, guardando la loro storia nella prospettiva di oggi, c’era in embrione quasi tutto: non solo la capacità di creare competenze tecnologiche, ma anche lo spirito imprenditoriale; non solo il primogenito dei personal computer, il P101, le reti locali, la commutazione voce, dati, immagini, ma anche un grande istinto creativo per dare vita nuove imprese.

è tra la fine degli anni Settanta e l’inizio degli Ottanta che, da Ivrea, Mazzola e Cafiero sono stati mandati a Silicon Valley con altri esperti Olivetti di talento, per studiare il nuovo mondo della tecnologia delle reti, su cui stava nascendo Internet, per fondare società con capitale Olivetti e fare impresa al più alto livello tecnologico del settore.

Era nata così, da Mazzola, David Systems, ceduta a Tricom dopo un avvio un poco dispersivo a cercare alleanze in giro nel mondo anziché concentrarsi sul prodotto. Dalle ceneri di David Systems Mezzola fondò poi, insieme a Cafiero, Crescendo, cui seguirà il contatto con Cisco.

In quel periodo, è bene ricordarlo, si registra anche un flusso significativo di “cervelli Italiani”, un centinaio, dal Politecnico di Torino, grazie al supporto del prof Silvano Gay, anch’egli poi approdato in Cisco. Si era infatti iniziata inizia la perdita di interesse di Ivrea per Silicon Valley e la riorganizzazione interna sostanzialmente priva di una visione industriale globale, da cui è seguito il declino.

Tagliato il cordone ombelicale con Ivrea, Mazzola e Cafiero trovano più facilmente capitale americano per andare avanti. Dopo avere fondato Crescendo, la cedono dopo tre anni a Cisco e si tratta di una bella storia.

Crescendo, divenuta un fornitore importante di prodotti CDDI and FDDI, era arrivata a 10 milioni di dollari di fatturato e circa 60 dipendenti quando, nel 1993, John Chambers, allora direttore commerciale di Cisco, negoziando con Boeing una fornitura di router da 10 milioni di dollari, si sentì porre come condizione che Cisco collaborasse con Crescendo Communications di Mario Mazzola. Il risultato fu che, il 21 settembre dello stesso anno, Cisco acquistò 200mila azioni di Crescendo, pari a un valore di 94.5 milioni di dollari di allora.

Wall Street ritenne che Cisco avesse speso troppo per acquisire un’azienda con solo 10 milioni di dollari di fatturato e reagì male, così che per la prima volta il titolo Cisco andò in sofferenza. Ma, solo tre anni dopo, il gruppo di Mazzola conseguiva un fatturato di 500 milioni di dollari l’anno.

Con l’azienda e le sue tecnologie si trasferirono anche tutti i suoi talenti e Mazzola venne nominato Chief Development Officer, a capo dell’intera organizzazione tecnica, arrivata a comprendere 11 gruppi di tecnologie: IOS Technologies, Internet Switching & Services, Core Routing, Network Management Services, Optical, Storage, Voice, Aggregation, Access, Ethernet Access, Wireless.

Qualche anno dopo Mazzola e Cafiero hanno iniziato in Cisco l’avventura degli spin-in con conseguenti temporanee uscite e rientri nella Casa madre.

Dodici anni fa Mazzola diceva a Ennio Caretto, per il “Corriere della sera”, che entro tre anni sarebbe andato in pensione. Oggi di pensione non mi ha parlato proprio e, venduta Insieme alla Cisco, chi sa a quale nuova impresa sta pensando.

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