L’America cerca di arginare i furti di proprietà intellettuale da parte della Cina

Una società taiwanese è sotto accusa per aver cercato di cedere a una società cinese i disegni di nuovi chip sviluppati dalla società di semiconduttori americana Micron.

di Martin Giles

Il caso: Stando a un rapporto pubblicato dal New York Times, Micron è in causa con la UMC di Taiwan e la società cinese di chip Fujian Jinhua Integrated Circuit Company. L’accusa è che ex dipendenti di Micron abbiano sottratto alla società progetti confidenziali di nuovi chip di memoria prima di entrare in UMC e passare le informazioni alla rivale cinese.

Una risposta impreparata: Quando la polizia di Taiwan ha perquisito gli uffici della UMC, gli ingegneri senior si sono affrettati a nascondere computer e chiavette uSB contenenti dati compromettenti. Un altro dipendente avrebbe cercato di sfuggire con il telefono di un ingegnere, senza sapere che questo veniva monitorato dalla polizia.

Perché conta: Le tensioni per i furti di proprietà intellettuale da società cinesi ai danni di imprese americane sono una delle cause della la guerra commerciale fra Stati Uniti e Cina. Società cinesi quali ZTE stanno pagando a caro prezzo la loro dipendenza da componenti made in USA, motivo per cui la Cina mira a creare una gigantesca industria domestica di chip. Le pressioni per creare questa industria, però, potrebbero indurre alcune società a ricercare delle scorciatoie allo sviluppo di nuove tecnologie, con ovvie e inevitabili ripercussioni legali nei rapporti fra i due paesi.

(MO)

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