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Il lander Philae è riuscito a posarsi sulla cometa 67P Churyumov-Gerasimenko. è un giorno storico, in cui la ‘vecchia’ Europa compie un’impresa senza precedenti.

di Romano Prodi

“Un piccolo salto per un Robot. Un gigantesco passo per l’umanità. Grazie alla cara, ‘vecchia’, bellissima Europa”, ha detto col cuore in gola, dopo la lunga attesa del segnale che tutto era andato bene, Roberto Battiston, Presidente della Agenzia Spaziale Italiana.

Philae, il ‘lander’ della sonda spaziale Eoropea Rosetta, aveva appena concluso felicemente la sua discesa sulla cometa 67P Churyumov-Gerasimenko, mercoledì 12 Novembre alle ore 17 30. Ora le sue apparecchiature si stanno preparando a sondare e analizzare il suolo della cometa. I risultati richiederanno tempo per essere analizzati e ci si aspetta che completino il quadro, già estremamente interessante, delle rilevazioni fatte nelle scorse settimane, durante le quali Rosetta ha orbitato a diverse quote attorno alla cometa.

Tra un paio di giorni Philae finirà la sua carica di energia e non potrà più trasmettere nulla. Ma Rosetta resterà nell’orbita della cometa e continuerà le sue osservazioni nei tanti mesi ancora necessari a raggiungere il sole a girargli attorno, per poi tornare nello spazio profondo.

Se si pensa che per arrivare a questo punto sono stati necessari oltre dieci anni, e che per mettersi in coda alla cometa è stato necessario spingere Rosetta nell’orbita di Giove, si ha immediatamente la consapevolezza della straordinarietà della impresa e dell’elevatissimo livello delle competenze necessarie a realizzarla.

Già, il grande livello delle competenze e la diversità della loro provenienze del mondo ESA (Agenzia Spaziale Europea) ha dimostrato non solo una profondità di conoscenze scientifiche e tecnologiche di grandissimo livello, ma anche una capacità di coordinamento che troppo spesso ci rifiutiamo di vedere nella nostra Europa forte delle sue ‘minoranze’ e delle sue diversità.

Dei 20 strumenti scientifici, molto sofisticati, caricati a bordo di Rosetta e del suo lander Philae prima del suo lancio nel 2004, 18 provengono da 9 paesi europei, e 2 dagli Stati Uniti. L’Italia ne ha realizzati tre con il coordinamento dell’Agenzia Spaziale Italiana, di aziende ad elevatissima competenza tecnologica e almeno quattro Università (Roma, Milano, Padova e Napoli) per la parte scientifica. Ma quello che colpisce è che proprio a due Italiani, Paolo Ferri e Andrea Accomazzo, è toccato il compito di programmare e guidare negli ultimi 20 anni questa difficilissima impresa di navigazione planetaria.

Si tratta di una operazione che tutti, Stai Unniti inclusi, ci hanno invidiato. Con un team di una trentina di programmatori, soprattutto Spagnoli, Tedeschi, Francesi e Inglesi, i nostri due ‘navigatori’ hanno portato Rosetta a raggiungere la cometa lontanissimo dalla terra, a starle vicino e poi, con correzioni di velocità da millimetri al secondo, a mettere il lander Philae in condizione di raggiungerne felicemente la superficie.

Il più grande problema per il successo è che sembra facile…. ma non lo è affatto.

Berndt Feuerbacher già Presidente della International Aerospace Federation, grade saggio dell’esplorazione Spaziale Europea, ha scaricato la sua commozione dicendo: “Siamo stati coraggiosi ad andare dove nessuno era mai andato prima. Grazie a tutti”.

Grazie Europa aggiungo io.