Volare a idrogeno

La promessa di un’aeronautica alimentata a idrogeno per ridurre le emissioni di gas effetto serra.

di Lisa Ovi

Per conseguire la neutralità climatica promessa entro il 2050, l’Europa deve trasformare il proprio settore energetico, responsabile del 75% delle emissioni del continente. A questo fine, il programma lanciato lo scorso luglio dalla Commissione Europea prevede un futuro sistema energetico in cui l’idrogeno è il nuovo protagonista.

L’idrogeno si presenta come uno strumento flessibile che potrebbe aiutare a “ripulire” alcuni settori in cui non sono ancora disponibili soluzioni convenienti, come i trasporti aerei e marittimi, per accelerare la riduzione dei gas serra.

Il settore dell’aviazione contribuisce in modo significativo alle emissioni globali di anidride carbonica. Nonostante i progressi in fatto di efficienza energetica abbiano dimezzato le emissioni prodotte dai velivoli moderni rispetto ai mezzi degli anni ’90, l’incremento nel numero di voli fa sì che l’industria aeronautica sia responsabile del 2% dei gas serra di origine umana nel mondo. Con i motori elettrici limitati dal potenziale delle attuali batterie, non sorprende che società come Airbus si stiano rivolgendo all’idrogeno.

L’azienda aeronautica europea ha infatti presentato lo scorso autunno il programma ZEROe, volto a lanciare, entro il 2035, il primo velivolo a emissioni zero del mondo. Tre i progetti in corso di studio: un motore a turbogetto, un motore a turboelica ed un’ala volante. Ciascun velivolo sarà in grado di trasportare tra i 120 e i 200 passeggeri. Come spiega Grazia Vittadini, Chief Technology Officer di Airbus, con questo progetto, l’azienda vuole far propria la lezione dell’ultimo periodo e puntare su “sicurezza, salute ed ambiente sano”.

Per non essere da meno, Boeing ha presentato il proprio programma sperimentale ecoDemonstrator. Basato su di un 787 Dreamliner e condotto in collaborazione con Etihad, NASA e Safran Landing Systems, il programma ha testato svariate tecnologie per incrementare l’efficienza energetica, tra cui pile a combustibile rigenerative all’idrogeno.

È invece frutto di una collaborazione USA-GB la startup ZeroAvia, nata specificamente con l’obiettivo di sviluppare motori elettrici a idrogeno per eliminare le emissioni di anidride carbonica durante il volo. Grazie a finanziamenti governativi del Regno Unito ed in collaborazione con la British Airways, ZeroAvia si prefigge di fornire entro tre anni una soluzione sostenibile per i voli a corto e medio raggio, con tecnologie progettate per l’adattamento ai velivoli esistenti.

ZeroAvia prevede di sviluppare entro il 2023 motori in grado di trasportare 10-20 passeggeri lungo tragitti continentali come Londra-Zurigo, o Parigi-Barcellona. Entro il 2026, i loro motori dovrebbero poter trasportare fino a 80 passeggeri, consentendo alle compagnie aeree di limitare i danni ambientali sulle rotte a corto raggio. L’azienda ha recentemente attratto nuovi investimenti da Amazon, Shell e Breakthrough Energy, società fondata da Bill Gates nel 2015.

(lo)

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