Urgono servizi igienici sanitari senza fogne

Servizi igienici energeticamente efficienti possono operare senza un sistema fognario e trattare i rifiuti sul posto.

di Erin Winick

Perché è importante: 2.3 miliardi di persone non hanno accesso a servizi igienici sicuri e per questo possono persino morire
I protagonisti: Duke University, University of South Florida, Biomass Controls, California
Disponibilità: 1-2 anni

L’assenza di servizi igienici adeguati spinge le persone a scaricare le proprie feci nei pozzi o nei ruscelli vicini, contribuendo alla propagazione di batteri, virus e parassiti che possono provocare diarrea e scatenare epidemie di colera. La diarrea è responsabile della morte di un bambino su nove al mondo.

I ricercatori stanno sviluppando nuove tipologie di servizi sanitari economici da destinare al mondo in via di sviluppo e permettano di gestire e trattare i rifiuti.

Nel 2011 Bill Gates ha creato quello che, in sostanza, è l’X Prize per il settore – il Reinvent the Toilet Challenge. Dall’apertura di questo concorso, diversi team hanno messo alla prova sul campo i loro prototipi, progettati tutti per gestire localmente i rifiuti senza richiedere grandi quantità di acqua per trasportarli verso un impianto di trattamento distante.

La maggior parte di questi prototipi è autosufficiente e non necessita di allacciamento a un sistema fognario, seppur conservando l’aspetto di un convenzionale gabinetto racchiuso all’interno di un piccolo edificio o unità contenitiva. Il gabinetto NEWgenerator, progettato dalla University of South Florida, filtra gli elementi inquinanti attraverso una membrana anaerobica che presenta pori più piccoli dei batteri e dei virus. Un altro progetto, sviluppato dalla società del Connecticut Biomass Controls, è una raffineria delle dimensioni di un contanier navale che riscalda i rifiuti per produrre un materiale ricco di carbonio che, fra le altre cose, può fungere da concime.

Uno degli inconvenienti con questi sistemi è che non possono funzionare su qualunque scala. Il prodotto della Biomass Controls, ad esempio, è pensato principalmente per decine di migliaia di utenti al giorno; è quindi meno pratico per i piccoli villaggi rurali. Un altro sistema, sviluppato dalla Duke University, è pensato per essere utilizzato da una manciata di abitazioni adiacenti.

La sfida, dunque, è fare in modo che queste soluzioni diventino più economiche e possano essere adattate a comunità di dimensioni differenti. “È una gran cosa riuscire a realizzare una o due unità”, spiega Daniel Yeh, l’associate professor della University of California che ha guidato gli sviluppi del team di NEWgenerator. “Per avere un vero impatto tecnologico sul mondo, l’unica soluzione è produrre in massa queste unità”.

Foto: THEDMAN | GETTY

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