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La legge russa sull’Internet sovrana, firmata dal Presidente Putin a maggio, è entrata in vigore e conferisce al Roskomnadzor, l’organo statale che controlla le telecomunicazioni, un controllo molto maggiore su ciò che accade online.

di Niall Firth

Come anticipato in un articolo apparso su “MIT Technology Review” americana di marzo, con questa misura la Russia vuole rendersi del tutto indipendente e difendersi dagli attacchi dall’estero.

Da oggi, i fornitori di servizi Internet russi devono avere installato le cosiddette apparecchiature di rete per la deep packet, vale a dire una ispezione dei pacchetti dati che esamina i contenuti dei pacchetti stessi (payload) alla ricerca di contenuti che non siano aderenti a determinati criteri prestabilit.

La legge richiede anche la creazione di una versione nazionale della rubrica di Internet: il Domain Name System (DNS). Ciò renderebbe più semplice per le autorità reindirizzare il traffico senza che gli utenti russi se ne accorgano, creando in modo efficace una realtà alternativa all’interno dei confini della Russia. Questa parte, tuttavia, comporta dei problemi di ordine tecnico e non è ancora pronta per il lancio.

Migliaia di russi hanno protestato contro la legge all’inizio di quest’anno, senza risultati. Anche i gruppi per i diritti civili hanno reagito con preoccupazione. Human Rights Watch ha affermato che la vaga definizione di “minacce alla sicurezza” conferisce al governo un potere eccessivo su cosa reindirizza o blocca.

“Ora il governo può censurare direttamente i contenuti o persino trasformare Internet della Russia in un sistema chiuso senza dire al pubblico cosa sta facendo o perché”, ha detto Rachel Denber, vice direttore del gruppo Europe and Central Asia, in un post sul suo sito web. “Questa legge mette a repentaglio il diritto delle persone in Russia alla libertà di parola e alla libertà di informazione online”.

(rp)