Una mano artificiale? Ecco il primo prototipo di derivazione robotica tutto made in Italy

INAIL e IIT hanno completato il primo prototipo di mano artificiale poliarticolata e polifunzionale, antropomorfa.

di Fonte IIT

Derivata dalla tecnologia robotica dell’IIT e perfezionata verso il paziente grazie alle competenze tecniche del Centro Protesi INAIL di Budrio, il primo prototipo di mano artificiale è stato presentato il 20 aprile scorso.

La nuova mano consente il recupero della funzionalità complessiva ai pazienti amputati di arto superiore. Realizzata con il contributo della tecnologia 3D-printing, in materiale plastico e con alcune componenti metalliche, la mano artificiale è robusta e leggera (meno di 500 gr) ed estremamente flessibile, grazie all’ingegnerizzazione di un tendine artificiale che consente di riprodurre i movimenti naturali. Il paziente controlla la mano protesica attraverso 2 sensori che recuperano il segnale naturale dei muscoli residui. Il dispositivo non prevede operazioni invasive per il paziente ma rappresenta uno strumento indossabile con semplicità sull’arto amputato. Obiettivo è ottenere un dispositivo altamente ergonomico e con consumi ottimizzati.

Entro il 2017, a conclusione della fase di sviluppo preclinico con i pazienti del Centro Protesi INAIL di Budrio, il dispositivo verrà reso disponibile alle persone con specifica disabilità.

La produzione e la commercializzazione saranno affidate ad una nuova start up, che sta nascendo in seno ad IIT, con l’obiettivo di valorizzare questa tecnologia sia sul mercato nazionale che internazionale (Europa ed USA in primis), grazie alla competitività dei costi, all’avanzato contenuto tecnologico e ad un design unico nel settore.

Il progetto completamente “made in Italy”, vede la luce dopo circa 1 anno dalla sigla dell’accordo INAIL-IIT, del dicembre 2013 per lo sviluppo di nuovi dispositivi protesici e riabilitativi avanzati, con investimenti congiunti complessivi pari a 11,5 milioni di euro. Il progetto scientifico, guidato da Antonio Bicchi, Giorgio Grioli e Manuel Catalano di IIT, è stato sviluppato verso il paziente grazie al lavoro congiunto con Rinaldo Sacchetti, Emanuele Gruppioni e Simona Castellano per INAIL. Il gruppo di lavoro ha visto il coinvolgimento di 20 fra ricercatori, sviluppatori dei laboratori IIT e personale tecnico e medico presso il Centro Protesi INAIL di Budrio.

Questo dispositivo protesico rientra in una più ampia strategia progettuale nata dalla collaborazione fra IIT e INAIL denominato Rehab Technologies (www.iit.it) che prevede lo sviluppo di tecnologie che permettano all’uomo di migliorare la propria qualità della vita, eliminando le barriere derivanti da inabilità temporanee o permanenti. Gli ulteriori dispositivi attualmente in fase di pre-industrializzazione sono un esoscheletro motorizzato per la deambulazione di persone paraplegiche e una piattaforma robotica per la riabilitazione in campo ortopedico, neurologico e tutte le patologie connesse all’invecchiamento. Queste tre linee di produzione saranno sviluppate industrialmente e commercializzate dalla start up di IIT entro il 2017.

Con questi progetti, INAIL e IIT consolidano la loro collaborazione ed il loro impegno sui temi della disabilità, per rendere disponibili dispositivi avanzati a costi competitivi, maggiormente sostenibili dal sistema sanitario e dai pazienti.

(sa)

Related Posts
Total
0
Share