Trasporto di nanoparticelle attraverso la barriera emato-encefalica

Lo sviluppo di nuove strategie per migliorare la somministrazione di farmaci al cervello è di grande importanza nella diagnostica e nella cura di malattie del sistema nervoso centrale.

Molti farmaci non possono arrivare al cervello a causa della loro incapacità di passare attraverso la barriera emato-encefalica (BBB Blood Brain Barrier).

Una ricerca condotta, assieme ad altri, da ricercatori dell’IIT (Daniela Guarneri, Ornella Muscetti, Sabato Fusco, Paolo Netti) ha portato interessanti sviluppi

Per superare questo problema, è stata sviluppata un peptide di fusione virale (gH625) derivato dalla glicoproteina gH del virus dell’ Herpes simplex di tipo 1 che possiede diversi vantaggi a questo fine. Tra questi una alta capacità di , traslocazione delle cellule, la assenza di tossicità e la sua utilizzabilità come un efficiente vettore per il trasporto di agenti terapeutici. Pertanto, si ipotizza che il trasporto al cervello di nano particelle coniugate con gH625 dovrebbe essere rafforzato efficacemente.

La superficie di queste nano particelle è messa in condizione di funzionare con gH625 tramite un legame covalente,, e viene studiata con modelli in vitro del BBB. I risultati dal punto di vista dell’assorbimento sono promettenti, fornendo una buona strategia per la progettazione i vettori in grado di trasportare farmaci attraverso la BBB per il trattamento di malattie cerebrali.

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