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Le superpotenze mondiali si sfidano a colpi di innovazione tecnologica, così come le grandi aziende, e il campo di battaglia è costituito dai supercomputer. Un buon esempio di questa tecnologia avanzata è l’HCP4 di Eni, che ha permesso scoperte sensazionali come il giacimento di Zohr, nell’offshore egiziano.

di Fonte ENI

La velocità dei supercomputer viene misurata in FLOPS (FLoating Point Operations Per Second) o in suoi multipli come il PetaFLOP. Questi supercalcolatori vengono utilizzati in moltissimi campi, a livello governativo e industriale, che richiedono processi di calcolo intensivi come la meteorologia, l’analisi molecolari, le simulazioni fisiche, i modelli matematici, la crittoanalisi e molto altro.

La potenza dei supercomputer è motivo di vanto e dimostrazione di avanzamento tecnologico tra le varie potenze mondiali: la Cina con il sistema Summit (200 PetaFLOPS) e gli Stati Uniti con il Sunway TaihuLight (140 PetaFLOPS) sono i protagonisti in questo settore, ma anche l’Europa sa il fatto suo: il Piz Daint in Svizzera, i supercomputer meteorologici ECMWF nel Tecnopolo di Bologna e l’HPC4 di Eni a Ferrera Erbognone.

Le prestazioni dell’HCP4

L’High Performance Computing – layer 4 è in grado di sviluppare una potenza di elaborazione pari a 18,6 PetaFLOPS di picco, dedicata all’elaborazione dei dati provenienti dal sottosuolo. Il supercomputer è custodito nel Green Data Center, una struttura avveniristica nel cuore della Pianura Padana progettata come un grande sistema di raffreddamento ad aria e alimentata in parte da un impianto fotovoltaico a inseguimento solare con una potenza di picco di 1 MW (frutto dell’iniziativa Progetto Italia di Eni).

Il supercalcolatore elabora i dati geofisici e le prospezioni sismiche che Eni raccoglie da tutto il mondo, creando modelli matematici per garantire una conoscenza accurata del sottosuolo e la visione dei giacimenti di idrocarburi celati sotto i nostri piedi o nei fondali marini. Tutto questo grazie a sofisticati programmi di calcolo proprietari sviluppati su una potente componentistica hardware costituita da due processori Intel Xeon Skylake a 24 core e due GPU nVidia Tesla P100.

La più grande scoperta di gas naturale mai effettuata nel Mediterraneo spetta ad Eni e al suo supercomputer. Il giacimento ha volume di 11.000 km cubi e la sua immagine sismica è composta da 717 milioni di pixel; in un’ora HPC4 è riuscito a calcolarne il 3% e l’attesa per il completamento è durata un giorno e 6 ore.

Ovviamente, questa immensa fonte di energia sotterranea è anche un tesoro preziosissimo per l’Egitto, spostando gli equilibri di distribuzione energetica nel mediterraneo con il combustibile fossile a più basso impatto ambientale.

Non solo l’HPC4

Una nuova tecnologia supporterà Eni nelle fasi esplorative: l’intelligenza artificiale. Il cane a sei zampe e IMB, infatti, hanno annunciato i primi risultati di una collaborazione pluriennale nell’utilizzo dell’IA con l’avvio della piattaforma Cognitive Discovery. 

L’obiettivo è quello di supportare il processo decisionale nelle fasi iniziali dell’esplorazione, riducendo significativamente i rischi legati alla complessità geologica del sottosuolo e consentendo, quindi, una rappresentazione più accurata dei modelli geologici attraverso l’identificazione e la verifica di scenari alternativi plausibili.

Cognitive Discovery gestirà questa montagna di informazioni di matrice geologica, geofisica e geochimica traducendola in un Knowledge Graph, facilitando notevolmente il lavoro quotidiano di analisi ininterrotta dei dati da parte degli esploratori Eni e migliorando conseguentemente il loro processo decisionale. 

Questa nuova piattaforma è disponibile on-premise su un cluster IBM HPC Power 9 installato anch’esso presso il Green Data Center. Il processo di digitalizzazione non si ferma quindi solo al campo dell’esplorazione, ma continua ad espandersi in tutte le aree dell’azienda per indicare nuove strade al mondo dell’energia.

Foto: Il Green Data Center di Ferrera Erbognone