Studiare i microbi intestinali per prevedere l’insorgere della demenza

La composizione del microbiota intestinale potrebbe essere direttamente associata a rischi di demenza.

di MIT technology Review italia

I risultati di uno studio preliminare sulla relazione tra microbiota intestinale e demenza verranno presentati ad Honolulu in occasione dell’American Stroke Association’s International Stroke Conference 2019, un incontro tra ricercatori e medici di tutto il mondo dedicati alla cura delle malattie cerebrovascolari.

Lo studio è stato condotto sotto la guida di Naoki Saji, vice direttore del Center for Comprehensive Care and Research on Memory Disorders presso il National Center for Geriatrics and Gerontology in Giappone.

Nell’osservare i microbi che popolano l’intestino, nota con il termine di microbiota intestinale, i ricercatori giapponesi hanno osservato un’impatto di questi esseri minuscoli su malattie cardiache ed altro. Lo studio è stato condotto su campioni di feci di 128 pazienti (affetti da demenza e non) ed ha portato all’individuazione di differenze tra il microbiota di pazienti affetti dal disordine neurologico e pazienti sani che potrebbero rappresentare un nuovo fattore di rischio da prendere in considerazione.

Secondo i ricercatori, nei pazienti affetti da demenza si riscontrava una concentrazione più elevata di ammoniaca, indolo, scatolo e fenolo rispetto ai pazienti sani, mentre i livelli di batteroidi, organismi benefici, risultavano notevolmente ridotti.
Per quanto lo studio sia stato condotto su di un numero ridotto di pazienti, la percentuale di incidenza delle osservazioni suggerisce la possibilità di studiare il microbiota intestinale nell’ambito della prevenzione della demenza.

Immagine: Escherichia Coli

(lo)

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