Si possono migliorare le proprie email analizzando le personalità dei destinatari?

La startup Crystal sostiene di potervi aiutare a scrivere e-mail migliori setacciando i dati online dei riceventi in cerca di indizi sulla loro personalità.

di Rachel Metz

Decidere cosa scrivere esattamente a una persona che non conoscete particolarmente bene può essere difficile. Una startup mira a facilitare questa operazione correggendo i messaggi mentre li componete e suggerendo modifiche che potrebbero migliorare la percezione di quanto volete comunicare da parte del ricevente. Questi suggerimenti verrebbero formulati sulla base dalle informazioni disponibili online riguardo il ricevente.

Crystal, che lo scorso marzo ha lanciato una versione beta su invito, cerca di mostrare i modi migliori e peggiori per conversare con le persone, nei messaggi e di persona, esaminando dati disponibili al pubblico su LinkedIn, Twitter, blog ed altre risorse online. La startup permette agli utenti di esaminare gratuitamente i profili sulla personalità; per $19 al mese, è possibile accedere al plug-in Gmail per il browser Chrome Web che offre suggerimenti specifici e in tempo reale sulla scelta delle parole e la punteggiatura, in base al tipo di persona al quale state scrivendo. È in fase di realizzazione anche un’app mobile.

Per quanto la società possa sembrare inquietante, alla base di tutto non differisce particolarmente da quello che giganti tecnologici quali Facebook e Netflix già fanno quando esaminano le vostre informazioni in cerca di spunti su quali pubblicità o film promuovere.

“Capisco che alcune persone siano infastidite all’inizio”, dice il creatore di Crystal, Drew D’Agostino. “Vedono in questo servizio un’invasione della privacy, ma utilizziamo esclusivamente informazioni pubbliche”.

Se il servizio riuscisse veramente a interpretare le personalità delle persone, però, potrebbe risultare un valido aiuto in diverse forme di interazione, dagli scambi commerciali agli appuntamenti.

Inserendo il nome di una persona nel sito della Crystal, il sistema esamina un database di profili basato sui dati raccolti da siti quali LinkedIn, Twitter, Yelp e il sito di informazioni della startup CrunchBase, oltre alle revisioni su Amazon.com. Il servizio aggrega i dati, utilizza svariati algoritmi per costruire una graduatoria sulla personalità basato sui risultati trovati, e confronta la graduatoria con le 54 tipologie di personalità create dalla società (D’Agostino dice che queste tipologie vengono determinate utilizzando una serie di strumenti per la valutazione della personalità).

Una volta selezionata una personalità, Crystal mostra all’utente i risultati – un rapido riassunto sulla personalità ed una serie di frasi utili da utilizzare quando ci si rivolge a questa persona – assieme a un punteggio sul livello di certezza che i risultati possano essere accurati (maggiore la quantità di dati disponibili online su quella persona, maggiore il punteggio sull’accuratezza dei risultati).

Immettendo Barack Obama, ad esempio, la società deduce che il presidente abbia una personalità “amichevole, semplice ed estremamente perspicace, in grado di creare collegamenti ed associazioni con una rapidità superiore a quella di altri, talvolta in grado di divagare troppo in una conversazione”. Nell’interloquire con il Presidente, il sistema suggerisce di utilizzare emoticon e “fare leva sulle sue emozioni per portarlo ad agire”.

Oltre al presidente, ho provato a controllare su Crystal il profilo di alcuni colleghi d’ufficio e membri della famiglia per vedere con quanta accuratezza riuscisse a cogliere le loro personalità. Ho quindi scritto alcune e-mail utilizzando il plug-in Crystal per Gmail per vedere che tipo di suggerimenti avrebbe offerto in base alle diverse tipologie di persone.
Il sistema ha giustamente descritto il mio fratello maggiore come “ambizioso, pragmatico e critico”, e il mio fratellino come “ostinato e orientato verso i risultati” ma, come per le caratteristiche descritte dai segni zodiacali, descrizioni simili potrebbero corrispondere con molte persone.

Per quel che riguarda le e-mail, Crystal è certamente più preciso: in messaggio indirizzato a un fratello, il sistema mi ha suggerito di rimuovere alcune parole dall’oggetto, prevedendo che non avrebbe gradito un titolo dispersivo, e mi ha segnalato l’utilizzo della parola “praticamente”, suggerendomi piuttosto di “sostituirla con essenzialmente o fondamentalmente”. In un’altra nota, il sistema mi ha rimproverato per aver utilizzato due punti di domanda di seguito, sostenendo che il destinatario non li avrebbe apprezzati e suggerendomi di sostituire la frase “Mi piacerebbe molto” con qualcosa come “Voglio”.

Crystal pare più accurato quando offre suggerimenti su come scrivere e-mail, forse perché dispone di una maggiore quantità di dati sulla mia persona che sugli oggetti della mia ricerca. Il suo miglior suggerimento? “Rachel si interessa solamente delle cose immediatamente interessanti e tende a saltare il resto, pertanto non usare un linguaggio formale e noioso o parlare di cose banali”.

Jennifer Golbeck, una professoressa associata presso l’Università del Maryland, a College Park, che ha studiato il modo in cui dedurre tratti della personalità e contatti dai social media, sostiene che questo genere di tecnologia tende ad avere un’accuratezza del 75 percento.

La sfida principale, dice, è ricavare informazioni veritiere sul reale comportamento delle persone (come il modo in cui reagiscono a determinate frasi nelle e-mail) in maniera tale da permettere allo strumento di apprendere e migliorare le conclusioni tratte dalle informazioni analizzate – qualcosa che la Crystal sta cercando di fare richiedendo agli utenti di aggiungere informazioni su di loro e sulle persone che conoscono.

Secondo la Golbeck, il servizio offerto dalla Crystal è probabilmente tanto utile quanto inquietante. Per quanto le persone si possano ormai essere abituate a ricevere pubblicità e contenuti mirati sulla base dei loro dati e delle loro attività online, l’idea che alcuni individui possano ricorrere ad uno strumento del genere per comporre messaggi potrebbe risultare troppo invasivo.

(MO)

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